Più riposo contro gli errori
Gli studi dimostrano come dopo 12 ore di veglia la risposta individuale sia considerevolmente alterata.Per evitare gli errori medici servono anche più pause e riposi nei turni di lavoro dei camici bianchi. I ritmi intensi e i carichi eccessivi, infatti, posso ridurre notevolmente la capacità di attenzione del medico, aumentando il rischio di sbagliare: non a caso, nelle ultime ore dei turni di notte, il 30 per cento degli errori commessi è evitabile, secondo recenti studi. Il problema è stato analizzato e discusso al convegno 'Tempo di lavoro e rischio clinico: esperienze europee e italiane a confronto sui carichi di lavoro in medicina', organizzato dall'Ordine dei medici di Modena in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini (Fnomceo).
"La cura dei pazienti - spiega Nicolino D'Autilia, presidente dell'Ordine di Modena e promotore del convegno - richiede una grande capacità di ascolto, di relazione e di attenzione ai problemi legati alla malattia. Se il medico è però stanco, tutte queste abilità si riducono in maniera significativa, e il rischio di incorrere in errori ovviamente tende a crescere". Gli studi dimostrano, infatti, come dopo 12 ore di veglia la risposta individuale sia considerevolmente alterata. E l'alterazione è maggiore quanto più si sta svegli. Non solo. In caso di prestazioni impegnative dal punto di vista fisico o emotivo diminuisce ancora di più la capacità di controllo: alcune ricerche hanno addirittura rilevato che nelle ore finali dei turni di notte, il 30 per cento circa di errori poteva essere evitato.
"L'importanza della sicurezza ed il significato dell"imparare dall'errore' - afferma Amedeo Bianco, presidente di Fnomceo - sono specificati con chiarezza all'articolo 14 del Codice deontologico, che impone al medico la rilevazione, segnalazione e valutazione degli errori per il miglioramento della qualità delle cure. Punto di partenza per un efficace approccio al problema è, quindi - conclude Bianco - quello legato al principio secondo cui la prevenzione e la gestione dell'errore è un'attività che coinvolge l'esercizio professionale in senso stretto, e che l'errore può essere usato per migliorare l'organizzazione anche attraverso l'utilizzo di più idonee procedure professionali".
Già da qualche tempo i medici italiani hanno intrapreso un percorso nuovo in materia, proponendo, come dice Sergio Bovenga, uno dei relatori al convegno, "in accordo con le più avanzate esperienze internazionali un approccio diverso al tema dell'errore: quello della conoscenza delle cause e non quello della ricerca pregiudiziale delle colpe".
Pagina pubblicata il 18 maggio 2008