Tutela per i medici penitenziari
Tutelare la professionalità dei medici penitenziari e assicurare ai detenuti una vera continuità dell'assistenza. A invocarlo è Cosimo Trovato, responsabile nazionale della specialistica ambulatoriale interna del Sindacato dei medici italiani (Smi), che interviene sul passaggio di competenze della sanità penitenziaria dal ministero di Giustizia al Servizio sanitario nazionale.
Un passaggio che sta riscontrando tra i camici bianchi di questo settore una forte preoccupazione. "E' necessario - sottolinea in una nota Trovato - dare risposte adeguate ai medici di questo settore che sono dotati di grandi professionalità.
Occorre intervenire il prima possibile per togliere questi medici dal limbo legale e contrattuale in cui si trovano". Sulla stessa linea Gianfranco Rivellini, responsabile nazionale Smi della dirigenza medica.
"Per meglio valorizzare le competenze e la particolare esperienza che questi professionisti hanno maturato in un ambiente decisamente peculiare, che rende prezioso e difficilmente sostituibile il loro lavoro, bisogna evitare che le Regioni producano una vera giungla normativa e legale, senza tutele, e dare una cornice omogenea e nazionale a questi accordi di lavoro.
I medici penitenziari - aggiunge - devono rientrare nella grande partita dei rinnovi contrattuali della dirigenza e delle convenzioni del territorio e della medicina generale".
Pagina pubblicata il 19 maggio 2008