Più fondi (privati) alla ricerca
Incentivare gli investimenti privati per dare nuovo ossigeno alla ricerca italiana, è l'intento del ministro dell'Università e della ricerca, Mariastella Gelmini, secondo la quale in Italia la ricerca è sottofinanziata. E aggiunge: "In Italia, il finanziamento privato è limitato anche perchè il nostro sistema produttivo è composto, più che in altri Paesi, da piccole e medie imprese che non hanno la possibilità e la predisposizione a investire. Mi impegno a studiare - ha annunciato il ministro - di concerto con i colleghi di Governo, meccanismi di agevolazione per le piccole e medie imprese che coordinino i loro investimenti".Crediti di imposta e defiscalizzazioni, l'unione delle forze, le fondazioni bancarie, del no-profit, delle associazioni di categoria sono gli strumenti che il ministro vuole adottare per ridare risorse alla ricerca. Ma il problema delle risorse riguarda anche le università. "Si è data sì l'autonomia - ha spiegato - senza però chiedere conto dei risultati. Sono troppi i casi di spesa senza controllo, di sforamento dei tetti previsti riguardo, per esempio, la quota massima del 90% del Fondo di Finanziamento Ordinario per le università per quanto concerne il personale. Alcuni atenei, inoltre, versano in una situazione di avanzata esposizione finanziaria.
Siamo pronti ad aiutarli - ha sottolineato il ministro - secondo piani pluriennali concordati di rientro dall'indebitamento, vincolandoli però rigorosamente a una gestione responsabile e virtuosa della spesa. Non è mia intenzione limitare in alcun modo l'autonomia degli atenei, ma desidero, assieme a loro, trovare soluzioni accettate e condivise, percorsi che recuperino i casi di dissesto con tempi e risorse certe, e fissare regole altrettanto certe che consentano di liberare risorse per premiare la qualità e l'eccellenza.
Occorre mettere in atto un chiaro patto di stabilità, individualizzato per ogni singolo ateneo, così da valorizzare ogni singola specificità".
Pagina pubblicata il 22 giugno 2008