Anche i comuni preoccupati per le riduzioni
Dissenso e preoccupazione per il possibile taglio del 20 per cento sugli stipendi dei vertici di Asl e ospedali, direttori generali, sanitari e amministrativi, che sarebbe previsto in un emendamento al decreto legislativo legato alla manovra economica.
A respingere l'ipotesi Pier Natale Mengozzi, presidente nazionale di Federsanità Anci, che riunisce aziende Usl, aziende ospedaliere e Comuni. "Il rischio è che si possa pensare che l'aziendalizzazione della sanità pubblica possa essere gestita da una dirigenza di serie B", dice Mengozzi. "Il provvedimento - afferma Mengozzi - arriva dopo che da anni le retribuzioni dei direttori generali sono rimaste ferme perché non è stato mai aggiornato il decreto che prevede, da un punto di vista legislativo, l'indennità riconosciuta ai direttori generali e il rapporto con i direttori sanitari ed amministrativi.
Quello che sconcerta è la previsione solo economica di un taglio che non è attento alle pesantissime ripercussioni che sicuramente ci saranno, dequalificando i vertici aziendali e alimentando una nuova disparità, specialmente in riferimento ai direttori sanitari che si vedrebbero riconosciuta un'indennità di molto inferiore al livello professionale di provenienza, già oggi in sofferenza verso altre figure aziendali o convenzionate".
"Il management delle aziende sanitarie è affare complesso - conclude Mengozzi - che va gestito con risorse umane qualificate e retribuite secondo modalità che non possono essere al di sotto degli standard di questo Paese.
E' urgente pertanto una riflessione nelle opportune sedi istituzionali e Federsanità Anci, certamente, porterà il proprio contributo in termini di proposte".
Pagina pubblicata il 10 luglio 2008