Esami lombardi sotto esame

Un eccesso di prescrizioni di esami diagnostici sarebbe stato rilevato dalla Regione Lombardia che, secondo fonti interne, sarebbe pronta a intensificare i controlli. A quanto si apprende, sotto la lente d'ingrandimento l'operato dei medici di medicina generale che - è l'ipotesi da verificare - prescriverebbero esami inutili e troppo approfonditi. A far scattare le indagini un'anomalia osservata attraverso il flusso di informazioni sulle attività del Servizio sanitario regionale. "I dati - spiegano fonti competenti della sanità regionale - segnalano un aumento di prescrizioni per esami del sangue anche ad alto costo che vanno verificate. Al posto del semplice e più economico emocromo, cominciano ad esserci troppe richieste di indagini più approfondite, per i marker tumorali ad esempio, non giustificate dal punto di vista epidemiologico. O qui si è di fronte a un'epidemia di tumori o è una questione di inappropriatezza". Per questo motivo, sotto osservazione ci sarebbe la diagnostica e in particolare gli esami del sangue. Un aspetto che richiederà un giro di vite da parte degli enti regolatori.

In questo discussione, Mauro Martini dà voce allo SNAMI e afferma: " La paternità delle prescrizioni di esami sofisticati non è quella dei medici di famiglia: nel 90 per cento dei casi si tratta di 'trascrizioni' delle richieste di specialisti, che non hanno la facoltà di prescrivere". "Ben vengano i controlli - dice Martini all'ADNKRONOS SALUTE - ma bisogna valutare correttamente la fonte della prescrizione impropria. Siamo disponibili a dimostrare, nero su bianco, che la 'paternità' non è la nostra. Il medico di famiglia, nel caso di un sospetto tumore, per esempio, invia il paziente da uno specialista.

L'assistito, poi, torna con una richiesta di prescrizione da parte di un collega, autorizzato dalla Regione a visitare ma non a prescrivere. Noi, a questo punto, non possiamo certo mettere in discussione la richiesta dello specialista che, in qualche modo, viene 'deresponsabilizzato'". Al medico di famiglia, invece, il compito di 'giustificare' un atto medico che non è il suo. "Noi siamo tra l'incudine e il martello - conclude Martini - di una Regione che ha autorizzato tante strutture convenzionate senza dare poi la possibilità agli specialisti di prescrivere. La soluzione sarebbe permettere ai medici dei centri autorizzati di essere responsabili dell'intero iter di cura, prescrizione compresa".

Pagina pubblicata il 21 luglio 2008

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