L'estate calda della Medicina Interna
"Con il sopraggiungere dell'estate, lo scenario dell'assistenza ospedaliera si modifica. Se alcuni servizi vengono ridotti, gli interventi programmati vengono spesso sospesi e alcune degenze vengono accorpate. Tutto questo non vale per i reparti di Medicina Interna che non mutano la propria organizzazione secondo le stagioni" Questo l'incipit di una lettera aperta che la FADOI (Federazione Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti) ha diffuso con la firma del presidente Antonino Mazzone per sottolineare le difficoltà di lavoro in un reparto così critico.
"Scendendo nei dettagli, i Reparti di Medicina Interna - continua la lettera - rimangono funzionanti, l'accettazione dei pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie croniche, viene garantita 24 ore su 24, e la qualità dell'accoglienza non viene mai meno. Anche in periodi dell'anno come questo, in cui bisogna fare i conti con la diminuzione del personale, la Medicina Interna non dimentica la maggioranza dei pazienti affetti da patologie croniche: pazienti che oggi sono per il 50% affetti da patologie cardiovascolari con polipatologie complesse ed in trattamento polifarmacologico e che per questo necessitano di essere seguiti maggiormente in estate. Per fare un esempio, l'assunzione di farmaci come i diuretici deve essere attentamente monitorata, perché, con il caldo, la sudorazione può modificarne l'efficacia e favorire l'insorgenza di alcuni effetti collaterali. Ci troviamo - aggiunge il testo - a fronteggiare a fronteggiare l'aumento esponenziale dei malati complessi. Pazienti che arrivano alla nostra attenzione con un problema acuto affiancato da almeno due problemi cronici.
La Medicina Interna , con il suo approccio polispecialistico e olistico, è oggi l'unica specialità in grado di contribuire in maniera decisiva al miglioramento dell'accoglienza e della gestione del malato complesso. Oggi, i ricoveri in medicina Interna sono oltre 1.500.000 l'anno, circa il 16% del totale dei ricoveri. Per questo, se vogliamo davvero mettere al centro della sanità il malato, dobbiamo cominciare a riflettere sulla maggioranza dei pazienti che arrivano e che sono ricoverati nei nostri reparti. La Medicina Interna è un patrimonio della Sanità Pubblica del nostro paese e va valorizzata e ridisegnata. Mettere al centro il paziente vuol dire avere le strutture e le competenze per accoglierlo, in un contesto organizzato per intensità di cure che solo una specialità come la nostra di oggi è in grado di garantire".
"La FADOI - conclude Mazzone - da anni svolge iniziative e tiene corsi di formazione sulla gestione del paziente critico e complesso in Medicina Interna. L'obiettivo è quello di preparare sempre meglio i Medici ad una valutazione globale del paziente, e di essere il suo principale riferimento, evitandogli spesso inutili consulenze o pellegrinaggi".
Pagina pubblicata il 21 luglio 2008