Manovra a rischio per ospedali religiosi
Ospedali religiosi a rischio, minati dai tagli di spese previsti dal maxi-emendamento contenente la manovra economica triennale in discussione nell'aula di Montecitorio.A denunciarlo è l'Anmirs, l'Associazione nazionale medici istituti religiosi spedalieri, che in una nota spiega come nel provvedimento sia previsto, tra le altre cose, il declassamento degli Ospedali religiosi classificati (strutture no- profit) che verrebbero posti sullo stesso livello delle Case di cura private (strutture for-profit).
Una misura che metterebbe a rischio, denuncia l'Anmirs, ben 26 mila posti di lavoro e che, pertanto, desta "viva preoccupazione"."Gli ospedali religiosi classificati sono da 40 anni impegnati nel SSN e forniscono un servizio pubblico a tutti gli effetti - si legge nella nota dell'associazione - A causa di questo emendamento strutture da sempre in prima fila nel servizio ai cittadini, che offrono assistenza di alta qualità professionale e umana con punte di autentica eccellenza, riceverebbero gli stessi finanziamenti delle strutture for-profit convenzionate.
Queste ultime hanno pochissimi dipendenti assunti a tempo indeterminato e hanno costi del personale e standard qualitativi mediamente di gran lunga inferiori rispetto agli ospedali classificati. Tale equiparazione è impossibile da sostenere e porterebbe al collasso gli ospedali religiosi classificati. Sono a rischio migliaia di posti di lavoro: almeno 5 mila camici bianchi e oltre 21 mila paramedici, dunque 26 mila famiglie sull'orlo del baratro".
L'Anmirs denuncia anche "il diritto negato all'utenza a rivolgersi alle strutture ospedaliere prescelte. Inoltre, la chiusura degli ospedali religiosi nella sola Regione Lazio - fa notare l'associazione - equivarrebbe alla perdita di quasi tremila posti letto che andrebbero ad aggravare enormemente l'annoso problema delle liste di attesa, a tutto scapito della efficacia e dell'efficienza di un Ssn destinato, in simili contesti, a peggiorare ulteriormente la qualità del servizio alla salute della popolazione".
Pagina pubblicata il 20 luglio 2008