Primo caso di Marburg dopo 40 anni
Dopo 40 anni torna in Europa il virus di Marburg, cugino di Ebola e altrettanto letale. Una donna olandese di ritorno dall'Uganda è morta venerdì scorso all'ospedale di Leida, e alla fine la diagnosi è stata senza scampo: febbre emorragica letale da virus di Marburg.La malattia prende il nome dalla cittadina tedesca dove è stato riportato il primo caso al mondo, nel 1967. Dopo un'epidemia che si diffuse in Germania e in Serbia, lasciando sul campo sette vittime, la febbre emorragica scomparve dal Vecchio continente. Ma non in Africa dove, solo tra il 2004 e il 2005, il virus ha ucciso 355 persone.
Il serbatoio della malattia è rimasto avvolto nel mistero per anni, ma ora i ricercatori hanno puntato il dito sui pipistrelli che vivono nelle caverne del continente africano e che si cibano di frutta. Anche se poi da questi animali potrebbe diffondersi in altre specie di pipistrelli.
Il passaggio dagli animali all'uomo avviene quando ci si avventura nelle grotte in cui vivono gli animali, nei Paesi dove si sa che circola il virus. Dunque nel continente africano. E infatti la donna olandese aveva visitato delle caverne in Uganda tra il 16 e il 19 giugno.
Il contagio da uomo a uomo avviene invece per contatto diretto, quando già sono presenti i sintomi. Il virus di Marburg, rivelano gli scienziati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è letale all'80-90 per cento, e al momento non esistono cure o vaccini. Si muore per emorragie e collasso degli organi interni.
Pagina pubblicata il 15 luglio 2008