Il contratto non decolla
Stefano Biasioli, presidente nazionale Cimo-Asmd, ha usato un paragone aereonautico per confrontare la situazione dell'Alitalia con quella dei medici italiani.Medici italiani nelle stesse acque dell'Alitalia. Ad azzardare il paragone tra la compagnia di bandiera e i camici bianchi è Stefano Biasioli, presidente nazionale Cimo-Asmd. "Rischia di non volare più l'Alitalia, ma da tempo - dice il sindacalista in una nota - non decolla la sanità pubblica, con il contratto dei medici ancora tutto da discutere.
E' ormai chiaro a tutti - aggiunge - che i costi della Bad Company Alitalia ricadranno per l'ennesima volta sulle spalle dei contribuenti. Ancora una volta, come è successo nei decenni scorsi per la Fiat, per la Cirio e per Parmalat". Il ragionamento di Biasioli è semplice: "Da qualche parte il Governo ha trovato i soldi. Ci chiediamo se Tremonti li troverà anche per i contratti del pubblico impiego e per la sanità.
I governatori chiederanno domani (oggi ndr) al Governo 9,4 miliardi di euro per la spesa sanitaria 2008-2011, sia per le Regioni sane che per quelle nelle quali si è presentata la necessità di un piano di risanamento. Lo chiedono a un Governo - incalza Biasioli - che ha già deciso di massacrare i dipendenti della pubblica amministrazione lucrando economicamente sulle malattie (la malattia di un medico costerà da 150 a 190 euro al giorno!) e tagliando dal primo gennaio persino i 30 euro al mese legati alla indennità da malattia per causa di servizio".
Il sindacato dei camici bianchi del servizio sanitario nazionale ricorda che "i contratti 2006-2007 dei medici e dei dirigenti sanitari non avanzano; quelli 2008-2009 di medici e dirigenti sanitari sono sotto finanziati ma intanto, dal 25 giugno 2008, si taglieggia, utilizzando la legge 133, sulle malattie dei medici. Anche se la categoria storicamente si è sempre ammalata molto poco! Questo Stato - continua Biasioli non risparmiando strali - è veramente patrigno perché ritiene prioritario il 'volo nazionale' rispetto a una sanità pubblica in vistosa sofferenza economica, anche soprattutto nelle Regioni che non sono canaglia ma che hanno invece rigorosamente seguito una linea di serietà, di programmazione e di bilancio".
Da qui la provocazione: "Dicono che Berlusconi sia capace di fare i miracoli. L'Italia descritta ieri in una trasmissione televisiva non è esattamente quella che i cittadini vivono. Invitiamo perciò il premier, assieme a Maurizio Sacconi, Ferruccio Fazio e Francesca Martini, a fare un giro nelle corsie degli ospedali pubblici italiani e a parlare con i medici e con gli operatori. Sarebbe - conclude - una severa lezione di concretezza".
Pagina pubblicata il 16 settembre 2008