Meglio non avere una legge
"Sul testamento biologico meglio non avere una legge piuttosto che una pessima norma". Umberto Veronesi, oncologo ed ex ministro della Sanità, è intervenuto così su una delle questioni calde del dibattito politico, a margine della sua partecipazione al Festival della salute di Viareggio, la kermesse organizzata dalla Fondazione Italianieuropei che si è chiusa domenica."Sulla definizione di idratazione e nutrizione artificiale il problema esiste - ammette - perché manca una risposta univoca su quando possano definirsi terapie di sostegno dal malato, e quando mediche", dunque rifiutabili.
Ma per Veronesi, che per primo in Italia ha iniziato una battaglia per il testamento biologico, la questione vera è un'altra. "Ciò che conta - dice - sono le dichiarazioni della persona, rese quando è in grado di intendere e volere. E su questo non ci sono equivoci, bisogna rispettare le volontà espresse".
Quanto alla possibilità che un medico possa rifiutarsi di eseguire atti contrari alla propria coscienza, pur nel rispetto di quanto dichiarato dal malato, l'ex ministro ricorda "di aver presentato a suo tempo una proposta di legge per consentire al medico di rifiutare di eseguire quanto disposto. Ma in quel caso il paziente deve essere indirizzato a un altro camice bianco disposto ad assisterlo.
Il principio da salvaguardare - ribadisce - è quello dell'autodeterminazione, e del rifiuto delle terapie obbligatorie. Prova ne è il fatto che - conclude Veronesi - ci sono persone che si sono lasciate morire durante lo sciopero della fame. E nessuno ha potuto fare niente per evitarlo".
Pagina pubblicata il 29 settembre 2008