Nuovo modello per finanziare il SSN
Sarà il costo standard, definito come la media dei costi applicati nelle Regioni più virtuose, il parametro utilizzato in futuro per determinare il Fondo sanitario nazionale.Parola del ministro del Welfare Maurizio Sacconi che, in occasione del convegno Cisl 'Migliorare per difendere la sicurezza sanitaria dei cittadini' ieri a Roma, spiega quale sarà il servizio sanitario nazionale del futuro, alla luce del federalismo fiscale appena varato dal Governo. "Il costo standard è la nostra risposta alla spesa storica, che ha determinato i deficit sanitari in alcune Regioni.
Ma - spiega Sacconi - la mia opinione è che la definizione di costo standard non debba essere astratta. In Italia possiamo evitare questo errore prendendo esempio da modelli di efficienza reali". Il ministro fa espresso riferimento alle Regioni considerate più brave a far quadrare conti e servizi ai cittadini, "cioè al Veneto e alla Lombardia". Allo stesso tempo, rileva, "le regole contenute nel federalismo fiscale, che si tradurranno nel futuro Patto per la salute 2010-12, aiuteranno anche i dirigenti a fare bene.
Dobbiamo usare i vincoli di finanza pubblica per cambiare la qualità dei servizi. Dunque - continua Sacconi - costruire un nuovo modello sociale sostenibile per la finanza, ma anche per le famiglie che oggi pagano di tasca propria molti servizi che sono bisogni primari non garantiti". Per i primi tempi il rallentamento nel trend di crescita dei finanziamenti per il Ssn "potrebbe essere affiancato da un fondo di accompagnamento a latere, che garantisca la gradualità del passaggio, e che sia governato da meccanismi simili a quelli dei piani di rientro.
Questo meccanismo dei costi standard invece che della spesa corrente - calcola - determinerà un risparmio di 5 miliardi rispetto alla spesa pubblica attuale. Ma - incalza - non ci si dovrà spaventare di chiudere gli ospedali marginali, che rappresentano un reale pericolo per le persone, al di là di quella che è stata la loro storia". Il ministro è convinto che oggi ci si trovi al punto di svolta, all'anno zero, anche alla luce "dello tsunami finanziario globale in atto, che rischia di coinvolgere tutte le nazioni per i riflessi sul loro debito pubblico. La spesa sanitaria - rimarca il ministro - è il cuore di questi ragionamenti, per un verso perché costituisce tanta parte della spesa pubblica corrente, per l'altro perché si tratta di spesa vitale".
Pagina pubblicata il 17 settembre 2008