Il malato non diventi una cosa
Nell'attuale sviluppo della tecnologia applicata alla medicina, il malato rischia di essere 'cosificato', cioè di diventare un oggetto, al centro di pratiche e regole che sfuggono completamente alla propria comprensione ed esperienza.
Si è espresso in questi termini ieri mattina Benedetto XVI, nel discorso rivolto ai partecipanti al 110esimo Congresso della società italiana di chirurgia. "La malattia, d'altro canto - ha osservato il Pontefice - si manifesta all'interno di una precisa storia umana e si proietta sul futuro del paziente e del suo ambiente familiare".
"Nei contesti altamente tecnologizzati dell'odierna società - ha quindi aggiunto - il paziente rischia di essere in qualche misura 'cosificato'. Egli si ritrova infatti dominato da regole e pratiche che sono spesso completamente estranee al suo modo di essere". "In nome delle esigenze della scienza, della tecnica e dell'organizzazione dell'assistenza sanitaria - ha aggiunto Ratzinger - il suo abituale stile di vita risulta stravolto.
E' invece molto importante non estromettere dalla relazione terapeutica il contesto esistenziale del paziente, in particolare la sua famiglia". "Per questo - ha proseguito il Papa - occorre promuovere il senso di responsabilità dei familiari nei confronti del loro congiunto: è un elemento importante per evitare l'ulteriore alienazione che questi, quasi inevitabilmente, subisce se affidato ad una medicina altamente tecnologizzata, ma priva di una sufficiente vibrazione umana".
Pagina pubblicata il 20 ottobre 2008