Fadoi, PSR Lazio da rivedere
Ultrasettantenne, con più patologie croniche, ricoverato d'urgenza e in cerca assistenza in ospedale. Una condizione comune per circa 4 milioni di malati ogni anno in Italia, di cui oltre 500 mila solo nel Lazio.Eppure di loro non c'è traccia nel Piano sanitario regionale (Psr), manca infatti la medicina interna dedicata alla persona con patologia complessa e combinata. Si parlerà di questo, venerdì e sabato, al V congresso regionale della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi) in programma allo Sheraton Hotel di Roma. Tra le reti strutturate per migliorare il servizio di assistenza ai cittadini - lamenta la Federazione in una nota - manca il modello dedicato alla persona con patologia complessa e combinata. Il Psr è attento al sistema dell'urgenza-emergenza, infarto, ictus e politraumatismi.
Ma i pazienti complessi, ovvero la grande maggioranza dei malati che vengono ricoverati in ospedale, non sono quasi mai suscettibili di un trattamento ultraspecialistico per la loro intricata situazione clinica, formata da un insieme di numerose malattie: diabete, ipertensione, scompenso cardiaco, insufficienza renale, bronchite cronica, neoplasie. Questi pazienti, da sempre, trovano risposta alle loro esigenze e qualità di cure elevata e appropriata, nelle divisioni di medicina interna. Il Congresso, in particolare, proporrà, per affrontare le difficoltà dell'assistenza da parte del Ssn, di rimettere gli specialisti di medicina interna al centro di diagnosi e terapia di un paziente complesso.
Durante la due giorni si parlerà anche della depenalizzazione dell'errore medico, tema affrontato lo scorso giugno dal sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio, e non solo. Pochi giorni fa è stata infatti depositata alla Camera una proposta di legge in tal senso, mentre in Senato è in discussione un testo analogo, primo firmatario il presidente della Commissione Sanità del Senato, Antonio Tomassini. "Per ridurre gli sprechi legati ad un approccio di medicina difensiva - spiega Dario Manfellotto, presidente Fadoi Lazio - bisogna ripartire da chi ha, per vocazione e formazione professionale, il quadro completo del paziente.
Chi parte da un approccio troppo specialistico guarda il malato da una sola prospettiva e affida ad altri specialisti il resto". Da un recente studio dell'Ordine dei medici della Provincia di Roma emerge come il volume dei controlli inutili vari da un minimo del 10 per cento ad un massimo del 60 per cento. E mentre negli Usa la futura amministrazione Obama guarda a modelli pluralistici come il Ssn italiano, con medici ospedalieri internisti al centro del sistema - termina la nota - da noi le esigenze di un giusto risparmio e di riduzione degli sprechi prevalgono sui criteri di una sanità ben gestita.
Pagina pubblicata il 26 novembre 2008