Interrotta la trattativa sulle convenzioni
Si è interrotta la no stop per la trattativa per il rinnovo delle convenzioni tra Sisac, ente delegato della parte pubblica, e sindacati di medicina generale, pediatria di libera scelta, specialistica ambulatoriale e continuità assistenziale.La seduta è stata infatti aggiornata alla prossima settimana, probabilmente a giovedì, dopo che la Sisac avrà sentito il comitato di settore delle Regioni sul punto che ha creato dissidi tra le parti: la destinazione delle risorse per il prossimo biennio, che la Sisac vorrebbe riservare alle trattative integrative regionali mentre i sindacati ne pretendono il mantenimento a livello nazionale, "perché la convenzione deve essere nazionale".
Si è trattato di uno stop 'tecnico' "non traumatico", spiega all'ADNKRONOS SALUTE Giacomo Milillo, segretario generale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg), che però ammette il clima teso della trattativa. Si è infatti "vicini all'accordo per quanto riguarda il biennio 2006-2007, abbiamo trovato soluzioni condivise sia dal punto di vista economico sia normativo". Il nodo sta tutto nel 'destino' del finanziamento per il secondo biennio. "La Sisac - precisa - vorrebbe devolvere tutte le risorse, pari al 3,20 per cento dell'inflazione programmata, agli accordi regionali. E questo non è assolutamente accettabile dai sindacati". Il problema dunque è legato più al proseguimento della trattativa che non alla chiusura della contrattazione sul 2006-2007. "Ma sempre all'interno del primo biennio - aggiunge Milillo- è previsto anche un impegno per il proseguimento della trattativa".
Ed è qui, dunque, che si è arenata la discussione, conferma il Sindacato medici italiani (Smi) che sottolinea anche l'esiguità delle risorse in campo. "Diciamo da mesi: il 3,20 per cento è insufficiente - ricorda Maria Paola Volponi, responsabile nazionale Smi della medicina generale - a maggior ragione se si vuole finalmente avviare la riorganizzazione delle cure primarie". Sugli altri punti "l'incontro è stato interlocutorio", continua Volponi. C'è stato accordo, prosegue la sindacalista, sulle indicazioni che riguardano "le forme aggregative funzionali (integrazione tra le varie professionalità della medicina generale) e sulle forme erogative complesse (strutture di erogazione dei servizi, secondo le caratteristiche del territorio e le indicazioni dei medici e delle regioni).
Ma anche sulla gestione dei flussi informativi", ovvero i dati che devono essere inviati dai medici alle Asl e viceversa. "Abbiamo sospeso la discussione, invece, sugli articoli che riguardano la nuova ricetta elettronica e sul pagamento degli arretrati del primo biennio", precisa Volponi. "Anche in questa occasione - conclude - dobbiamo rilevare che in Italia si intende riformare la sanità quasi a 'costo zero', come è evidente con quel 3,20 per cento destinato alla riorganizzazione delle cure primarie.
La politica di casa nostra è ancorata a una vecchia impostazione, invece nel resto del mondo (Usa e Spagna per fare qualche esempio) si va in un'altra direzione. Quella che lo Smi auspica da sempre: nella sanità si deve investire, eliminando gli sprechi, ma aumentando le risorse. Anche per far fronte alla crisi internazionale, con risposte occupazionali di qualità".
Pagina pubblicata il 30 novembre 2008