Troppa politica in cardiologia
La lunga mano della politica arriva fin nelle divisioni di cardiologia degli ospedali italiani."In sei casi su dieci è infatti il politico che sceglie il primario della Divisione di cardiologia negli ospedali", denuncia Francesco Romeo, direttore della cattedra di Cardiologia all'università di Tor Vergata a Roma, intervenendo alla presentazione del 69.mo congresso della Società italiana di cardiologia (Sic) in corso a Roma.
"Mi rendo conto che è una denuncia destinata a fare scalpore. Ma non si può tacere: per i politici ormai - dice il cardiologo - gli ultimi fortini da espugnare sono l'università e la cardiologia. Così hanno voluto la gestione totale della sanità scegliendo i primari".
I concorsi ospedalieri "sono gestiti con un meccanismo di cooptazione politica, senza che si sia l'obbligo di una graduatoria di medico da rispettare.
A scegliere, alla fine, è in piena discrezionalità il direttore generale".
"E' sconcertante vedere politici, politicanti e media scandalizzarsi per la gestione accademica dei concorsi universitari e rimanere in silenzio di fronte alla cooptazione politica di chi andrà a dirigere come primario una divisione di cardiologia", aggiunge il medico.
Insomma, "giù le mani dalla cardiologia", ha concluso Romeo.
Pagina pubblicata il 14 dicembre 2008