Crolla la spesa congressuale
Nei prossimi cinque anni gli investimenti sui piccoli convegni e i grandi congressi medici diminuiranno rispettivamente del 31 e del 28%, con una media dunque del 29,5%. E' quanto emerge da un'indagine AstraRicerche intitolata 'L'evoluzione della comunicazione Healthcare in Italia', presentata mercoledì a Roma.
La ricerca ha coinvolto 161 manager della comunicazione e del marketing di aziende dei settori farmaceutico, biomedicale e diagnostico, convinti che in futuro sempre meno fondi saranno riservati ai congressi medici. "Abbiamo già detto addio agli alberghi a cinque stelle e ai voli in business - ha ricordato Sergio Dompé, presidente di Farmindustria, intervenendo alla presentazione - perché ci vuole un minimo di sobrietà. Ma quello di cui abbiamo veramente bisogno è puntare sui grandi congressi internazionali, da portare in Italia.
E' necessario che durante queste occasioni si discutano i più importanti risultati ottenuti contro le grandi malattie. La crisi economica - ha aggiunto Dompé - potrebbe portare a un taglio delle spese destinate alla comunicazione, nel comparto dell'industria farmaceutica. "Il mondo sta cercando di asciugare i costi evitabili e di razionalizzare le risorse: agire sull'organizzazione interna e sul capitale umano è qualcosa che si stava già facendo prima, ora forse la situazione negativa influirà di più sulle spese destinate alla comunicazione".
La crisi economica globale non è il solo motivo alla base della contrazione degli investimenti in comunicazione: "Negli ultimi 30 anni - ha ricordato il numero uno di Farmindustria - la ricerca ha fornito risposte alle principali malattie grazie a farmaci che oggi costano quanto un caffé.
Il problema è che il tempo necessario allo sviluppo dei medicinali si è moltiplicato per 20 o per 30, con le richieste sempre più stringenti delle autorità regolatorie per la loro approvazione. Infine, non c'è più il grande mercato, perché si va verso la medicina personalizzata e cure che vanno bene solo per pochi pazienti. Rendere il settore davvero attrattivo e remunerativo - conclude - è sempre più difficile".
Pagina pubblicata il 29 gennaio 2009