I nodi da sciogliere
Il problema dell'accesso alla professione e la questione dei precari sono 'nodi' da sciogliere nella sanità italiana. In particolare per garantire i diritti minimi dei lavoratori E' la convinzione del Sindacato medici italiani (Smi), espressa ieri nell'audizione in Commissione Affari sociali della Camera dedicata al 'governo clinico', ovvero ai 'disegni di legge di modifica del decreto legislativo 502 del '92, e altre disposizioni in materia di governo delle attività cliniche'.A rappresentare lo Smi il vicesegretario nazionale Francesco Medici, che ha consegnato un documento. Medici, alla fine dell'audizione, ha ricordato che "tutti i disegni di legge presi in esame dalla Commissione affrontano un problema realmente sentito da tutti i medici: la modifica della legge 502/92, e in particolare le questioni relative alla nomina dei direttori generali delle Asl e dei primari, pensionamento, istituzione delle unità di rischio clinico e del collegio di direzione. I progetti affrontano molti problemi che da anni mettiamo in evidenza e le soluzioni prospettate, con i dovuti aggiustamenti, sono in buona parte condivisibili".
Ma rimangono, invece, "inevasi - ribadisce - alcuni nodi di grande rilevanza: l'accesso alla professione e il problema dei precari. Vanno riviste le norme concorsuali perchè obsolete, ma chiediamo - aggiunge Medici - anche che nelle aziende sanitarie e ospedaliere non si assuma più personale con contratti atipici (cococo, cocopro e altri). La nostra proposta è utilizzare gli strumenti del concorso (per le assunzioni a tempo indeterminato) e dell'avviso pubblico (per quelle a tempo determinato)".
"Il nostro obiettivo - spiega ancora il rappresentante sindacale - è garantire così i diritti minimi del lavoratore: le tutele assicurative, la gravidanza, la formazione continua. Ma anche scongiurare che si producano nell'inserimento del professionista conseguenze negative, ma comuni, come la mancata fidelizzazione con il lavoro e la difficile integrazione con gli altri medici".
Lo Smi, per quanto riguarda il 'governo clinico', auspica che "nei disegni di legge in esame - conclude il vicesegretario - si recepiscano le correzioni e le proposte dei medici e che i progetti possano diventare un testo unico di riforma. Da troppi anni aspettiamo una legge sul governo clinico che ponga rimedio alle incongruenze della 502".
Pagina pubblicata il 13 gennaio 2009