L'alternativa SNAMI al preaccordo
Un pacchetto di proposte è arrivato dallo Snami. L'intenzione è quella di evitare i danni che secondo il sindacato arriverebbero dal preaccordo sulla medicina generale.
Quartieri in cui non è possibile trovare un solo ambulatorio medico, pazienti anziani costretti all'uso dei mezzi pubblici o a guidare, se possono, per sottoporsi a un controllo medico, assistiti visitati un giorno da un medico e la volta successiva da un altro. Il tutto a fronte di forti investimenti strutturali, anche se non si sa da dove potrebbero provenire i fondi. E' il quadro, tutt'altro che roseo, tracciato dallo Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), convinto che saranno "queste le conseguenze dell'applicazione del Preaccordo collettivo per la medicina generale, che ha tra i suoi punti principali la creazione di ambulatori centralizzati nei quali radunare i medici di famiglia".
Per evitarle lo Snami ha già una serie di proposte, raccolte nel progetto 'Me.Di.Co', che chiede di poter illustrare al Governo. Secondo il sindacato, "abbandonare la capillarità della presenza del medico sul territorio, come accadrebbe con l'istituzione di strutture centralizzate, porterebbe un danno incalcolabile all'assistenza in termini di efficacia, efficienza e spesa.
Per questo, dopo la manifestazione davanti alla Camera del 6 febbraio - ricorda - lo Snami ha inviato una formale richiesta di incontro ai ministri del Lavoro, salute e politiche sociali Maurizio Sacconi, della Pubblica amministrazione e l'innovazione Renato Brunetta, dell'Economia Giulio Tremonti e degli Affari regionali, Raffaele Fitto, oltre che ai presidenti della Commissione Affari sociali della Camera, Giuseppe Palumbo, e della Commissione Igiene e sanità del Senato, Antonio Tomassini".
Un incontro necessario, spiega la sigla sindacale, "per esporre le forti criticità del preaccordo per il rinnovo della convenzione di Medicina generale, firmato da altri sindacati".
Pagina pubblicata il 15 febbraio 2009