Medici di famiglia vicini ai cronici
I medici di famiglia chiedono più 'spazio' nella gestione dei malati cronici. Se si decide che un farmaco è utile, e che il servizio sanitario può permettersi di rimborsarlo, allora "è giusto che tutti i pazienti ai quali questo medicinale serve possano riceverlo, e che possano prescriverlo anche i medici di medicina generale".
Parola di Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg), convinto che sia necessario superare il regime di dispensazione dei farmaci di primary care 'in fascia A su piano terapeutico con monitoraggio'.
Il meccanismo, cioè, secondo cui "un farmaco può essere rimborsato solo su decisione del medico specialista", ricorda il 'camice bianco', e prescritto soltanto in seconda battuta dal medico di famiglia che ha in carico il malato. "Sosteniamo che il piano terapeutico non serva più a nulla", spiega Cricelli. "Comprendiamo che sia necessario accertarsi dell'appropriatezza prescrittiva" dei farmaci per evitare sprechi a carico del Ssn, precisa.
"Ma riteniamo che le verifiche debbano essere fatte 'a valle' - dice - e in questo senso abbiamo avanzato le nostre proposte al ministero della Salute e all'Agenzia italiana del farmaco. In particolare, stiamo proponendo un sistema di monitoraggio delle prescrizioni in tempo reale", conclude Cricelli.
Pagina pubblicata il 17 febbraio 2009