Ora serve legge su testamento biologico
Sul caso di Eluana Englaro si "è parlato fin troppo e non sempre in modo corretto". Ma ora è tempo di agire. E "il rimedio vero per evitare casi simili è arrivare al più presto a una legge su testamento biologico".
A dirlo è il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Antonio Tomassini, al margine della presentazione, ieri a Palazzo Madama, di un volume promosso dalla Società italiana di ginecologia e ostetrica sulle donne. Tomassini sottolinea che, per evitare la morte di Eluana Englaro, "è stato fatto quanto possibile nell'ambito delle regole.
Continuo a trovare inspiegabile la decisione dei giudici", ammette. Ora, però, bisogna "concludere al più presto la legge sul fine vita, che stiamo portando avanti in Commissione con serenità e serietà". Per questo il senatore si dice ottimista. "Credo che arriveremo ad una conclusione in tempi giusti. Anche, probabilmente, sulla spinta del caso Englaro". Tomassini ha anche parlato dell'emendamento della Lega sull'obbligo di denuncia dei clandestini da parte degli operatori sanitari che li curano.
"Sono e resto contrario a quell'emendamento. Il problema però resta perché, oggi, non esiste una continuità in tema di tutela della salute di clandestini. E la legge 229, che prevede l'obbligo di non denunciare i malati senza permesso di soggiorno, non risolve la questione. Un esempio concreto: una donna clandestina che partorisce in ospedale, una volta dimessa, non sarà seguita. E continueremo a ignorare lo stato di salute suo e del bambino", conclude il sentore.
Pagina pubblicata il 03 febbraio 2009