Certificazione dei centri di riproduzione
Certificazione di qualità per i centri italiani di procreazione medicalmente assistita. Ci sta lavorando il ministro del Welfare, che spera di chiudere la partita "entro un paio d'anni".A spiegarlo è il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, presentando sabato ai giornalisti i dati della Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 40.Scattare una 'fotografia' dei singoli centri, 342 tra pubblici e privati, non è cosa semplice per gli evidenti contrasti con la privacy.
Ma alla luce dei dati presentati, da cui emergono, ad esempio, differenze di ben 13 punti percentuali tra un centro e l'altro sul fronte delicatissimo delle gravidanze trigemine, "sarebbe un vero delitto - afferma Roccella - non fornire alle donne informazioni più complete. Ci sono problemi da superare, ma siamo al lavoro e contiamo di farcela tra un paio d'anni".
A far gioco, del resto, c'è anche una direttiva europea, recepita dall'Italia nel novembre 2007, contenente norme di qualità e di sicurezza per lo stoccaggio e la distribuzione di cellule e tessuti umani. E anche i centri di Pma, naturalmente, rientrano in tale direttiva.
Pagina pubblicata il 29 marzo 2009