Il testamento non sia ideologizzato
"Non possiamo, e non vogliamo, obbligare nessuno alla ragione, ma evitiamo di trasformare il diritto alla vita in obbligo di vita alle condizioni e nelle modalità stabilite con un voto fatto a maggioranza". Così i senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti, in una nota intervengono sul Ddl sul testamento biologico, su cui sono iniziate ieri le votazioni in Aula del Senato.
I radicali hanno visto bocciare i 1.609 emendamenti premissivi all'articolo 1 del testo presentati dalla delegazione radicale a Palazzo Madama. I numerosi emendamenti di premessa, spiegano, "erano occasione e opportunità, oltre che un appello - per maggioranza, Governo e anche opposizione - alla riflessione e alla sospensione di questo dibattito e della piega ideologica che sta prendendo l'andamento del lavori.
Il testo non emendato su cui il Senato si dovrà esprimere nega l'evidenza: trattamenti sanitari quali nutrizione e idratazione artificiali non vengono più considerati tali; il codice deontologico dei medici è stato svilito approvando norme che remano contro questa professione; la necessità di riportare l'attenzione sulla persona e sulla sua autodeterminazione si è infranta in poche manciate di voti e di minuti".
"Stamane la presidenza del Senato - proseguono Poretti e Perduca - ha deciso di far votare l'incipit di alcuni emendamenti anche se non aveva un senso compiuto, e così ha fatto decadere altre centinaia di emendamenti. Invece di entrare nel merito di proposte di modifica che erano a senso compiuto e pertinenti, ha fatto uso della tecnica per far passare ciò che politicamente prevaleva nell'Aula. Ora - concludono - l'accordo sul contingentamento dei tempi rischia di rendere muto il Parlamento".
Pagina pubblicata il 24 marzo 2009