Solo un medico su due pratica davvero
Troppi medici iscritti all'albo professionale non fanno davvero i medici. Solo il 56,2% dei camici bianchi e degli odontoiatri, infatti, pratica la professione nel pubblico o privato.Gli altri sono impiegati nel settore farmaceutico o biotecnologico, con una grande "dispersione di risorse per l'assistenza". Lo denuncia il Rapporto Osservasalute 2008, presentato ieri mattina al Policlinico Gemelli di Roma, che offre un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane.
Il volume è frutto del lavoro di 266 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano, che collaborano con l'Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane, con sede all'università Cattolica di Roma. E' bassa, dunque, la percentuale dei professionisti destinati a fornire prestazioni sanitarie alla popolazione rispetto alla totalità del personale medico disponibile. Solo in tre Regioni la quota sale sopra il 59%: Valle d'Aosta, Toscana ed Emilia Romagna. In Calabria addirittura solo il 47,6% dei medici e odontoiatri iscritti all'Enpam, l'ente di previdenza dei camici bianchi, pratica effettivamente la professione.
Il resto è attivo nel settore farmaceutico o in altri settori non collegati con la sanità. Dal rapporto emerge, inoltre, che in media il 50,94% dei medici in attività nelle strutture sanitarie è inquadrato come dipendente del Ssn presso Asl e aziende ospedaliere.
La Regione con maggiori dipendenti pubblici tra i camici bianchi è la Valle d'Aosta (84,38%), seguita dalla Basilicata (73,89%). La percentuale minore di medici dipendenti dal Ssn, invece, si registra in Lombardia, con un valore pari al 40,60%, inferiore del 10,34% rispetto alla media nazionale.
Pagina pubblicata il 03 marzo 2009