Testamento, legge preveda stop alimentazione
"Una legge che disciplini il testamento biologico si può fare. Anzi, Costituzione alla mano, probabilmente si deve fare e può certamente comprendere il rifiuto delle cure. Tale rifiuto, che deve essere espresso per iscritto, può riferirsi anche all'alimentazione e all'idratazione che costituiscono, per la scienza medica, interventi di carattere sanitario".
Maurizio De Tilla, presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura italiana (Oua), interviene sul dibattito relativo al testamento biologico, alla vigilia della discussione che riprenderà domani in Commissione Sanità del Senato.
"Naturalmente - scrive De Tilla in una nota - la questione solleva numerosi aspetti problematici che vanno però valutati, innanzitutto, alla luce dell'articolo 32 della nostra Carta Costituzionale, nella quale si stabilisce che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge".
Il presidente dell'Oua sottolinea come la nostra Costituzione sia improntata al principio della laicità, ma non per questo può essere tacciata di non essere portatrice di valori. Tra questi ha un ruolo fondamentale quello dell'autodeterminazione della persona: "La legge - scrive - non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana: nessuno può decidere per noi.
Ogni individuo ha il diritto di autodeterminarsi e di esprimere cosa vuol fare della propria esistenza nel caso si trovasse in condizioni che lo privano della sua identità e dignità. È questa una scelta di civiltà giuridica".
Pagina pubblicata il 09 marzo 2009