Il taglio cancellerà il servizio pubblico
"Ridurre ulteriormente l'offerta di posti letto" negli ospedali italiani, "in un sistema caratterizzato da un aumento costante della domanda di ricovero e cura, certifica la volontà cancellare quello che ancora resta del sistema pubblico a vantaggio dell'ulteriore sviluppo di sistemi alternativi (privati, assicurazioni, eccetera) che escludono fasce sostanziali di cittadini dal diritto di cura".Lo afferma Sabino Venezia, del Coordinamento nazionale Rdb-Cub, commentando in una nota il progetto del Governo, anticipato ieri da 'Il Sole 24 Ore', di tagliare nelle strutture sanitarie della Penisola 27 mila posti letto entro 5 anni. "In linea con le politiche governative degli ultimi 10 anni, l'attacco allo stato sociale non rallenta e investe direttamente il diritto alla salute", sottolinea il sindacato.
"Dopo aver messo in crisi l'organizzazione sanitaria delle regioni con deficit, evitando accuratamente di colpire le politiche degli appalti e delle esternalizzazioni - afferma Venezia - il Governo propone un Piano sanitario nazionale che taglierà 27 mila posti letto, portando un attacco generale al sistema sanitario pubblico con ripercussioni inaudite in termini di prevenzione e di cura".
"La costante ma inesorabile riduzione di posti letto pubblici - aggiunge - ha prodotto lo sviluppo di un sistema sanitario privato, ormai governato da lobby sempre più organizzate che si apprestano ad incrementare i profitti senza più rischiare in proprio con le truffe.
Ma governare la sanità con il sistema aziendalistico ha già prodotto un fallimento accertato", avverte.
Pagina pubblicata il 14 aprile 2009