Amami, rapporto PIT gravemente inesatto
"Le gravi inesattezze del Pit Salute 2009 minano il rapporto medico-paziente. Se i dati del Tdm somigliassero alla situazione sanitaria reale del Paese, non si capirebbe perché l'Oms mette l'Italia al secondo posto al mondo per la qualità del servizio sanitario erogato".Parola di Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami (Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente), che commenta così il XII Rapporto Pit Salute del Tribunale diritti del malato, presentato ieri a Roma. Dalla 'fotografia' emerge che "il 18% delle circa 25.000 segnalazioni ricevute durante il 2008 riguarderebbe fenomeni di malpractice". Per il presidente dell'Amami, però, i conti non tornano.
"Di tutti quelli che sarebbero stati vittima di un episodio di malpractice, secondo il Tdm - spiega in una nota Maggiorotti - solo il 28% richiede una specifica consulenza medico-legale in vista di una eventuale azione legale. E non è finita.
Da questa cifra, già piuttosto esigua (stiamo parlando adesso di 1.260 casi su tutto il panorama nazionale), andrebbe ancora tolto un 44% che, dalla consulenza medico-legale fornita dallo stesso Tdm, riceve parere negativo, perché non si rilevano elementi di responsabilità professionale tali da supportare procedimenti legali", evidenzia.
"Dunque - calcola - rimarrebbero solo 390 casi degni di una eventuale azione legale da parte dei consulenti del Tdm. Da questi 390, poi, vanno sottratte ancora le infezioni ospedaliere che, sempre dalla stessa fonte, costituirebbero il 14%. Fanno quindi 336 casi. Questi sono i dati che realmente emergono dal Rapporto".
Pagina pubblicata il 07 maggio 2009