OMS, pandemie più probabili che in passato
Nel caso di una pandemia influenzale "non tutte le persone saranno infettate, ma tutte sono a rischio. Il mondo oggi è più vulnerabile di quanto lo era nel 1968, in occasione dell'ultima pandemia del Novecento.Lo ha dichiarato Margaret Chan, direttrice generale dell'Organizzazione mondiale delle sanita', nel corso dell'Assemblea generale a Ginevra. "Come vediamo con l'H1N1 - ha sottolineato - ogni città con un aeroporto internazionale è a rischio di casi importati". Non solo. "L'interdipendenza economica globale rischi di amplificare i danni".
La responsabile dell'Oms ha spinto a "usare questo periodo di grazia concessoci dal virus, per fare tutto il possibile per proteggere i Paesi in via di sviluppo. E il segretario generale dell'Onu si è unito a questi sforzi senza requie". La Chan ha parlato di equità e di fair play. E del danno che i casi importati possono fare alle economie degli stati, specie quelli più poveri. "La maggior parte dei casi gravi o fatali di infezione con il virus H1N1 fuori dal Messico si sono verificati in persone che erano affette da malattie croniche.
E negli anni recenti queste patologie si sono drammaticamente diffuse dai Paesi ricchi a quelli più poveri". Insomma, proprio nel Sud del mondo vivono le persone più a rischio di risentire maggiormente della diffusione della nuova influenza. "Inoltre - ha concluso la Chan - sembra che la diarrea o il vomito si accompagnino nel 25% dei casi" agli altri sintomi.
Un fatto "insolito, che aggiunge un'altra via di trasmissione" a quelle classiche dell'influenza. Una strada in più, "particolarmente allarmante in aree caratterizzate da inadeguati servizi sanitari", come le baraccopoli ai bordi delle grandi città.
Pagina pubblicata il 18 maggio 2009