Cure sostenibili e attenzione al paziente
Sostenibilità "non per tutelare l'ambiente, la natura, per fare energia efficiente". Ma anche nella sanità. E per farlo serve mettere "il paziente al centro, non le strutture, non i medici, non i protocolli sanitari".
Ne è convito l'oncoematologo Giammarco Surico, primario del reparto di Oncoematologia pediatrica dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, relatore al primo Sustainability International Forum (Sif) che si terrà a Roma il prossimo 15 giugno e che vedrà a confronto, sui temi legati alla sostenibilità, esperti di tutto il mondo, dall'energia al clima, dalla finanza alla salute, dall'impresa alle banche.
"Esiste -dice Surico- la persona. Solo con questa visione noi medici e tutti gli addetti possiamo ottimizzare le risposte terapeutiche" sottolinea l'oncoematologo, convinto sostenitore della tesi che "si debba parlare di personalizzazione nelle cure, anche nella lotta ai mali più gravi". Non esiste il cancro della mammella, esiste - ribadisce il medico - la donna che ne è ammalata. Esistono, quindi, i cancri della mammella che variano nella risposta terapeutica a seconda di chi ne è affetto".
"Cure quindi basate sulla persona, maggiore ricerca scientifica. Solo così -continua- possiamo arrivare a risposte terapeutiche diverse e migliori di quelle attuali". "Ci vuole più sostenibilità anche in Sanità" ribadisce ancora Surico. Che appoggia "senza condizioni" il recente appello dell'oncologo Umberto Veronesi sulla necessità di tarare le strutture ospedaliere a misura d'uomo. "Ci sta stretta -continua Surico- questa 'aziendalizzazione' della Sanità italiana. Che certo è servita per razionalizzare il sistema, ma che ora deve puntare l'ago della bussola all'umanizzazione delle cure".
Pagina pubblicata il 08 giugno 2009