Sicpre, meno sicurezza dopo tagli a università
Ombre sul futuro della chirurgia plastica, con il rischio di avere meno specialisti, più improvvisatori e la crescita del 'turismo del ritocco'. Colpa del 'taglio' di posti per la specializzazione in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.
Come denuncia la Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica) che, "preoccupata per l'allarmante situazione" chiede ufficialmente al ministro dell'Istruzione Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, "di prendere i provvedimenti necessari per garantire la formazione di un numero di chirurghi plastici ricostruttivi adeguato alle necessità del Paese".
La Sicpre ricorda che riduzione programmata dei posti nelle Scuole di specializzazione - e che salvo ripensamenti diventerà effettiva in tutte le università italiane - è legata al recente decreto di riordino delle Scuole di specializzazione. Il provvedimento prevede che, "pur essendo state istituite quest'anno nuove Scuole di specializzazione (in altre discipline), il numero complessivo (per tutte le materie) dei posti disponibili in tutte le università rimanga lo stesso.
Di conseguenza le nuove Scuole cannibalizzeranno quelle preesistenti - tra cui le nostre, in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica - che avranno meno posti disponibili". Per la Sicpre questa indicazione "suona come una beffa: da tempo, infatti, il numero di domande di iscrizione alle Scuole di specialità in chirurgia plastica e ricostruttiva ed estetica superava di gran lunga i posti disponibili e quindi si chiedeva di aumentarli.
Per tutta risposta sono stati ridotti". Se in un prossimo futuro ci saranno meno medici specializzati di quanti ne occorrano effettivamente, si chiedono gli specialisti, "che cosa accadrà? Probabilmente molti pazienti finiranno col rivolgersi a medici non specialisti, dei quali non è garantita la preparazione in questo campo specifico e assai delicato. O peggio ancora aumenterà il 'turismo sanitario' verso Paesi nei quali ci si fa operare facilmente a basso costo ma con rischi enormi".
Pagina pubblicata il 22 giugno 2009