Italia riduce fondo Unfpa
Italia fanalino di coda nel mondo per quantità di fondi dedicati all'United Nations Population Fund: dai quattro milioni di euro stanziati nel 2008 si è passati ai 500 mila di quest'anno, "una cifra ridicola, che dovrebbe essere al più presto rivista dal Governo".A lanciare l'appello è stata Daniela Colombo, presidente dell'Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos) ieri a Roma in occasione della conferenza 'Strategic Investments in Time of Crisis: The Reward of Making Women's Health a Priority', cui hanno partecipato parlamentari italiani, asiatici, africani e dei Paesi del G8.
Il Fondo delle Nazioni Unite per le attività in materia di popolazione, istituito nel 1969, promuove la sensibilizzazione e gli aiuti a favore di donne, uomini e giovani nei settori della pianificazione familiare e della contraccezione, delle cure prenatali, neonatali e ostetriche, nonché della prevenzione delle malattie.
"Siamo delusi per la riduzione del contributo che l'Italia riconosce al Fondo - ha sottolineato Sietske Steneker, che dirige l'ufficio Unfpa a Bruxelles - e dobbiamo ricordare che nonostante la crisi i Paesi dovranno onorare gli impegni presi soprattutto per il raggiungimento del quinto Obiettivo di sviluppo del millennio, quello che riguarda la salute materna, considerato ormai come quello a maggior rendimento.
Oggi, però, in molti Paesi africani una madre ha ancora una chance su sette di morire di parto, mentre in Occidente solo una donna su 26 mila corre questo rischio". Per fare un confronto con altri Paesi industrializzati, basti pensare che la Germania ha stanziato per l'Unfpa 16 milioni di euro sia nel 2008 che nel 2009, mentre gli Stati Uniti 50 milioni di dollari.
Pagina pubblicata il 23 giugno 2009