Test su vaccino HIV, le ragioni di un fallimento
Il fallimento del recente studio 'Step', che mirava alla sperimentazione di un vaccino contro l'Hiv, rappresenta una seria delusione nella lotta contro l'Aids, oltre che un mistero ancora irrisolto. Due articoli pubblicati sulla rivista 'Nature Medicine' cercano però di spiegare le loro ipotesi sul motivo che ha costretto a interrompere il trial.I partecipanti allo studio - spiegano i due gruppi di esperti che hanno analizzato i rapporti del trial, guidati da Dan Barouch del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston e da Michael Betts dell'università della Pennsylvania a Philadelphia (Usa) - sono stati vaccinati con una forma indebolita del comune virus del raffreddore (chiamato Ad5), alterato in modo che si facesse portatore di tre geni dell'Hiv. Si pensava infatti che stimolare il sistema immunitario con questi geni 'affievoliti' avrebbe portato a una risposta più aggressiva dell'organismo contro l'Hiv, al momento dell'esposizione al virus.
Al contrario, dai test è emerso che il vaccino ha provocato un aumento dell'acquisizione di Hiv-1, soprattutto se i volontari possedevano alti livelli dei comuni anticorpi che neutralizzano l'Ad5. E poiché l'Hiv-1 bersaglia le cellule T del corpo, i risultati del trial Step hanno portato all'ipotesi secondo cui la vaccinazione di persone con alti livelli di anticorpi Ad5 provochi la crescita del numero di cellule T, che fungono appunto da 'bersaglio' per l'infezione da Hiv-1.
Pagina pubblicata il 21 luglio 2009