Fimmg, maturi i tempi per parlare della Convenzione
Può ripartire il confronto per il rinnovo della convenzione della medicina generale. Il Comitato di settore delle Regioni per la sanità ha infatti inviato al Consiglio dei ministri, nei giorni scorsi, le linee d'indirizzo per l'Accordo collettivo nazionale sul secondo biennio economico 2008-2009. Ora, quindi, serve "un'immediata apertura del tavolo di trattativa per il prossimo accordo che si dovrà occupare di chiudere subito l'arretrato sul biennio economico 2008-2009 e programmare nel breve l'impegno di 'riscrivere' le convenzioni adeguandole in maniera puntuale al nuovo assetto organizzativo", afferma il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo che esprime soddisfazione per la messa a disposizione dell'atto di indirizzo. "C'è la doverosa necessità - continua Milillo in una nota - di rimettere in pari l'orologio dei rinnovi convenzionali e di portare a termine il processo di riorganizzazione dell'assistenza territoriale. Non mancano però nella stesura dell'atto perplessità e spunti critici sui quali la negoziazione dovrà fare chiarezza" come la mancanza di qualsiasi cenno alla disponibilità di un ulteriore aumento dello 0,8%, come garantito ai medici ospedalieri, oltre al +3,2% rispetto alla spesa 2007 (che in sede del rinnovo del contratto del comparto è stato messo a disposizione seppur con limitazioni e vincoli legati alla condizione economico-finanziaria delle singole Regioni) o "come - continua Milillo - la destinazione dell'1,2% al finanziamento degli Accordi regionali che, senza garanzie di solvibilità, sottrae risorse a un arretrato maturato dalla categoria". Dunque "apriamo il tavolo e affrontiamo con fermezza e con ragionevolezza questi argomenti con spirito di coerenza. Chiudiamo così l'arretrato 2008-2009 come suggello dell'impegno a riscrivere le regole per il prossimo quadriennio e a convocare entro l'anno il tavolo per la 'rifondazione' del settore. Altrimenti - conclude il leader della Fimmg - potrebbe iniziare una spirale involutiva che porterebbe la medicina generale a mettere in pericolo quel patrimonio di consenso che è il più forte presupposto per un gradimento della popolazione verso i vari sistemi sanitari regionali e che il sindacato non potrebbe fare a meno di denunciare e contrastare".Pagina pubblicata il 17 gennaio 2010