Smi, prioritario chiudere capitolo economico
Per il rinnovo della convenzione di medicina generale "si chiuda la parte economica, altrimenti le trattative non proseguiranno". Lo ribadisce Salvo Calì, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi), dopo la riunione, nei giorni scorsi, della segreteria nazionale dell'associazione di categoria durante la quale sono state espresse perplessità sull'Atto di indirizzo per la convenzionata approvato dal Governo. Sulla richiesta di chiudere subito la parte economica, spiega Calì, "c'è identità di vedute con lo Snami", con il quale è stata messa a punto una nota congiunta presentata alla Sisac. "E non solo", assicura Calì. "La nostra proposta è netta: riconoscere tutto il 3,2% a livello nazionale e attribuire alla medicina convenzionata lo 0,8% già concesso dalle Regioni alla dirigenza medica. Solo così ci saranno le condizioni per continuare le trattative". Sull'Atto d'indirizzo, "rispetto alla prima formulazione - continua Calì - c'è stato un serio sforzo della Sisac a recepire le nostre critiche. Nelle settimane scorse abbiamo analizzato il documento e denunciato che rischiava di essere solo un libro dei sogni e che non avremmo voluto che si convertisse in un incubo per i medici. Le Regioni, ancora una volta, sotto il profilo economico non hanno dato risposte adeguate alla categoria. Ma l'aspetto che preoccupa è anche un altro: l'Atto di indirizzo ruota troppo attorno alle Uccp (Unità complesse di cure primarie), cioè un modello organizzativo ancora sperimentale, minoritario o addirittura inesistente in molte regioni. Anche alla luce dell'impegno della Sisac, ci sono però ancora margini per aprire un confronto".
Pagina pubblicata il 01 febbraio 2010