Ortopedici in sciopero al 90%, medicina difensiva contro i rischi legali
I primi a scendere in piazza in questo mese di luglio, sono gli ortopedici italiani che hanno proclamato uno sciopero di 24 ore degli interventi operatori e delle visite ambulatoriali.
I primi numeri diffusi dai vari sindacati, che congiuntamente hanno indetto lo sciopero, parlano di adesioni al 90% con oltre 2.000 interventi programmati cancellati e migliaia di visite saltate.
Dicevamo i primi perché nel corso di questo mese, le agitazioni del mondo medico raggiungeranno il loro culmine il 22 di luglio quando i 115 mila medici e veterinari dipendenti del Servizio sanitario nazionale appenderanno il camice al chiodo per 4 ore, insieme ai 20 mila dirigenti sanitari, amministrativi, tecnici e professionali del Ssn.
Uno dei problemi che hanno portato allo sciopero la categoria degli ortopedici è la questione della responsabilità professionale che trascina con se, come prima conseguenza, il peso ormai gigantesco della cosiddetta “medicina difensiva”, che consiste nel fatto che moltissimi medici, nel compiere la loro professione, hanno davanti a se come obiettivo del loro intervento la salute del paziente ma anche la tutela dalle responsabilità medico legali che derivano dall’atto medico stesso.
In special modo per alcune categorie professionali mediche come i chirurghi, gli ostetrici , gli ortopedici ed i ginecologi, che per lo stesso motivo avevano scioperato qualche mese fa, la mancata definizione da parte del ministero “dell’atto medico”, sta comportando un aumento progressivo e costante del costo delle polizze assicurative.
Secondo tutte le categorie mediche è inaccettabile che un operatore che ha commesso un errore senza dolo venga giudicato alla stessa stregua di chi ha provocato un inacidente stradale.
La definizione giuridica di “atto medico” è presente in quasi tutti i paesi europei tranne che in Polonia ed in Italia e lo sciopero oggi proclamato dagli ortopedici giunge il giorno dopo la scadenza , secondo il decreto Balduzzi il 30 di Giugno, del nuovo regolamento sulle assicurazioni.
Ma questa questione delle assicurazioni e della difficoltà di lavorare in una situazione in cui, secondo Saccomanni, presidente di Ascoti uno dei sindacati che ha indetto lo sciopero,” ci sono persino camper, fuori dell’ospedale, che invitano i pazienti a chiedere i risarcimenti per malasanità", è sola una parte del grido di dolore che sempre più frequentemente si alza da una sanità ormai al collasso.
Dalla drastica riduzione della qualità e della quantità delle prestazioni erogate ai cittadini italiani, dai continui tagli lineari al budget degli ospedali e dei territori, dal blocco del turn over che vede sempre più buchi aprirsi negli organici, da un lato, e dall’altro ha creato una strana categoria di lavoratori della sanità i “ precari stabili”, dalla mortificazione e penalizzazione dei professionisti, oltre al contestatissimo blocco del rinnovo del contratto, fermo al 2009, nasce la rabbia degli addetti alla Sanità e crea le condizioni che rendono altamente fibrillante il mondo della Sanità.
Antonio Luzi
Pubblicato 2/7/2013
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