Turco su rischio epidemie: pronti ad offrire le nostre competenze agli altri paesi
"L"Italia concorda pienamente con le raccomandazioni dell'Oms in tema di sicurezza sanitaria internazionale", sempre più minacciata da rischi di epidemie. Ed è "pronta ad offrire la propria competenza tecnica e di esperienza in un ottica di solidarietà , cooperazione e collaborazione tra i popoli".
E' l'impegno che il ministro della Salute, Livia Turco, ha preso ieri a Ginevra, intervenendo alla 60esima assemblea mondiale della Sanità. L'Italia, ha detto la Turco nel suo intervento, "per sua storica vocazione e per sua collocazione geografica, ha una funzione di mediazione in un'ampia zona del nostro Globo: sono tanti i punti di ingresso, via mare e via terra, che rendono il nostro Paese porta privilegiata di ingresso del Continente europeo, ma anche storico crocevia di commerci e di culture.
Ed è per questo che fin dall'approvazione del nuovo Regolamento Sanitario Internazionale - ovvero quel sistema di regole messo a punto per affrontare adeguatamente le malattie in grado di propagarsi rapidamente da un Paese all'altro - abbiamo avviato un'attività intensa di formazione e costruzione di capacità nei nostri 32 Uffici di salute di porti ed aeroporti sparsi in tutto il Paese. Una rete che sta recependo con entusiasmo il nuovo Regolamento e che vede un impegno crescente e costante".
In questa ottica "il nostro Paese sente di doversi candidare al supporto di Paesi europei mediterranei e di altre regioni del Globo per il sostegno e lo sviluppo delle capacità necessarie per l'implementazione del nuovo Regolamento Sanitario Internazionale". Un regolamento che "dopo tanti anni di intenso lavoro, finalmente entra in vigore nel prossimo mese di giugno" e che, spiega il ministro, "coincide con la politica italiana sulla salute: sviluppare e sostenere le capacità degli individui ma anche puntare alla responsabilità dei Paesi e dei gestori". Una "responsabilità - conclude Turco - che bisogna rinforzare con un impegno nella solidarietà reciproca sia all'interno dei singoli Paesi che nelle diverse aree geografiche del Mondo. Non funziona una rete di sorveglianza e di allarme se i suoi nodi, i singoli Paesi, sono deboli. Bisogna rinforzare le capacità di valutazione del rischio da parte delle singole autorità nazionali".
Pagina pubblicata il 16 maggio 2007