DDl contro la violenza, disabili, il cognome dei figli

Le novità dal parlamento. Il Consiglio dei ministri ha approvato il testo per la prevenzione e la repressione delle violenze contro le donne, i minori, gli anziani e i disabili, "anche in ambito familiare"

APPROVATO IL DDL GOVERNATIVO CONTRO LA VIOLENZA. (18/1/06)

Un gruppo di senatori e senatrici dell'Unione esprime perplessità sulla logica repressiva del testo e auspica che ora si apra una discussione libera tra i diversi punti di vista.

Nel testo previsti tra l'altro interventi formativi rivolti a docenti e personale sanitario contro le discriminazioni anche sessuali, norme a tutela della donna nella pubblicità, un monitoraggio del fenomeno affidato all'Istat, il registro dei Centri antiviolenza.

COGNOME AI FIGLI (20/1/06)

Approvato in Commissione Giustizia del Senato il DDL che prevede la libertà di scelta per l'attribuzione del cognome ai figli.

I genitori, secondo il testo che dovrà ora avere l'approvazione dell'Aula, potranno scegliere, al momento del matrimonio o della nascita del primo figlio, se attribuire alla prole il cognome del padre, della madre o di entrambi.

In difetto di accordo, il cognome sarà doppio.

Abrogata anche la dizione (non la distinzione) nel codice civile delle espressioni "figlio naturale" e "figlio legittimo", sostituite con "nati nel" o "fuori del" matrimonio.

UN NUOVO STRUMENTO PER LA TUTELA GIUDIZIARIA DEI DISABILI DISCRIMINATI (18/1/06)

La Legge 1 marzo 2006 n.67 (Gazzetta Uff. n.54 del 6 marzo 2006) sancisce il divieto di ogni discriminazione nei confronti delle persone disabili.

L'atto discriminatorio viene definito (art.2) quale quello per cui, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata con minore favore di una persona non disabile nella medesima situazione, oppure, indirettamente, una disposizione, un criterio, una prassi o un comportamento apparentemente neutri, che mettano un disabile in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone, oltre alle molestie e comportamenti di umiliazione e/o di offesa alla dignità.

In tutti questi casi il disabile può rivolgersi al Giudice che, oltre ad emettere un provvedimento inibitorio nei confronti della condotta pregiudizievole, può altresì disporre un risarcimento del danno non patrimoniale.

La Legge 67/06 tenta così di assicurare alle persone disabili una tutela generale, che integra e completa quelle già previste in tema di accesso al lavoro e di condizioni di lavoro.

A cura di Nicoletta Morandi, Avvocato - Roma, Viale Carso 51 - Tel. 06 3720292

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