Disturbi alimentari in aumento, moda, sport e danza i settori più colpiti
I disturbi alimentari come l'anoressia e la bulimia sono in aumento in Italia, un paese dove la cura dell'immagine è sempre più al centro dell'attenzione. Lo sport, la danza e la moda con le sue "passerelle di donne impossibili" sono i settori dove queste malattie sono più diffuse.
In sintesi, è questa la fotografia scattata da Nazario Melchionda, presidente della Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare (Sisdca) e professore associato di Endocrinologia all'Università di Bologna Alma Mater Studiorum.
Secondo le stime a soffrirne sono le giovani donne tra i 12 e i 25 anni, il 3-4% accusa disturbi alimentari altrimenti non specificati (Ednos: Eating Disorders Not Otherwise Specified), mentre l'incidenza dell'anoressia è dello 0,5% e quello della bulimia 1-2%.
Si tratta di condizioni patologiche che interessano circa il 5/6% della popolazione femminile. Ma il dato può anche arrivare al 10% se si includono quelle situazioni di disordine alimentare non ancora patologiche che manifestano una stomatologia da considerare come un segnale d'allarme.
Melchionda fa l'esempio delle Venere di Milo, "considerata una donna bellissima ma oggi ritenuta grassa", per spiegare l'influenza della moda che "per vendere vestiti farebbe di tutto", con il risultato che a sfilare in passerella ci sono ancora donne troppo magre.
Lo specialista spiega che "la restrizione alimentare a cui ci si sottopone per essere così filiformi genera uno scompenso ormonale", viene quindi a determinarsi una situazione piuttosto simile a quella tipica della dipendenza da stupefacenti.
La maggioranza delle anoressiche diventano poi bulimiche, spiega in sintesi Melchionda. "Le vie neurali del sistema di ricompensa nel nostro cervello - spiega l'esperto - sono uguali per il cibo e per la droga. E quando ci priviamo, ad esempio, dello zucchero, il cervello vai in 'tilt', così le malate perdono il controllo della situazione".
A differenza dell'anoressia, "la bulimia è più subdola, non si vede, e le pazienti riescono a tenerla nascosta anche per anni".
Nell'anoressia c'è la convinzione di stare bene, spiega Melchionda, mentre la donna bulimica "sta male e si svela nel momento in cui chiede un aiuto, ha bisogno di curarsi".
In sintesi, per lo specialista "i disturbi alimentari sono molto più simili alla dipendenza da droga di quanto si possa immaginare".
Per approfondire:
Anoressia e Bulimia, cosa c'è dietro il disturbo
Le donne che soffrono di bulimia, a differenza di quelle che soffrono di anoressia, non conoscono il controllo ma la sconfitta. L'introduzione del cibo, anche in questo caso, non è in relazione al fabbisogno calorico dell'organismo ma è legata a uno squilibrio della relazione con il mondo esterno e con se stesse.
Se però nell'anoressia l'emozione dominante, anche se a carissimo prezzo, è quella della vittoria, nella bulimia si cede senza potersi difendere a saziare una fame che non è del corpo ma dell'anima, e quando la sensazione di ripienezza giunge si è invasi da sensi di colpa devastanti che conducono al vomito indotto che lascia frastornate e doloranti.
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Dicembre 2012