Dieta, carie e salute dei denti. Che fare?

Molti anni di ricerca hanno stabilito che i fattori dietetici sono direttamente connessi con le carie dentali e l'erosione.

Significativi fattori di rischio per queste anormalità includono il consumo di grassi e di zuccheri sia nei bambini che negli adulti.

Di fatto, non solo il consumo di zucchero nell'infanzia contribuisce allo sviluppo di carie, ma lo sviluppo di carie pediatriche in bambini di 5 anni o più piccoli è significativamente associato con il peso materno e con il consumo di zucchero e di grassi da parte delle madri in attesa durante la gravidanza. Le abitudini dietetiche e il rischio di carie nei bambini può anche essere peggiorato dal livello di educazione materna.

Le carie si verificano anche negli adulti, e la loro incidenza sembra aumentare con l'età. Di fatto, le percentuali di incidenza sono simili a quelle osservate nei bambini. Numerosi studi in Europa (Irlanda, Olanda, Regno Unito, Francia) e negli Stati Uniti suggeriscono che i fattori dietetici nei bambini possano essere importanti come lo sono negli adulti.

In un recente studio, una grave perdita di denti negli adulti più anziani è stata riscontrata essere un indicatore chiave di una qualità dietetica compromessa. L'evidenza mostra anche che i drink sportivi energizzanti possono essere responsabili dell'aumento dell'erosione dentale, che può precedere la carie negli atleti sia adulti che bambini.

Specifici elementi dietetici e fattori connessi che hanno dimostrato significativo potenziale nel causare carie:

  • Numero di soft drinks a base di frutta consumati
  • Frequenza del consumo di bevande zuccherine a base di frutta
  • Durata di tempo nel consumare bevande acide
  • Mangiare prodotti a base di amido come snacks (amidi cotti: pane, crackers, cereali, patatine, pasta, patatine fritte)
  • Mangiare carboidrati fermentabili
  • Consumo di risorse di zucchero a lunga durata, come caramelle dure, mentine per l'alito e lecca lecca
  • Proprietà del carboidrato
  • Quando viene mangiato il cibo
  • Il livello di salivazione o la mancanza
  • Il tipo di amido che si mangia.
  • La co-presenza di tamponi come calcio preso con carboidrati fermentabili

Cibi e abitudini dietetiche che dovrebbero essere raccomandate a causa del loro minimo rischio di potenziale di carie o la loro riduzione di rischio di carie:

  • Mangiare frutta come mele, arance, pere e banane
  • Mangiare verdure come carote, sedano, pomodori, lattuga, cetrioli, noci
  • Mangiare formaggio stagionato e bere latte
  • Mangiare uova e yogurt
  • Consumare prodotti alimentari che contengono xilitolo
  • Mangiare cibi che contengono zucchero con i pasti piuttosto che fra i pasti
  • Mangiare meno cibo che contiene zucchero o carboidrati
  • Bere rispetto a sorseggiare bevande zuccherine
  • Sciacquarsi con acqua dopo aver consumato snack zuccherini
  • Mangiare frutta piuttosto che bere succhi di frutta non dolcificati che hanno zucchero e che sono acidici
  • Bere te o caffè senza zucchero
  • Evitare il consumo di zucchero o carboidrati appiccicosi prima di andare a letto

Numerosi cibi hanno supposte attività anticarie. Questi includono cibi con aggiunta di xilitolo o fluoridio, tè verde, mela, semi di uva rossa, vino rosso, noce moscata, cumino ajowan, caffè, caffè d'orzo, cicoria, funghi, bacca rossa, radice di liquirizia, estratto di etanolo o Myrtus Communis, estratto acquoso di aglio, estratti di cacao e propoli. La misura in cui questi vari cibi anticarie sono stati studiati è limitata, ma una certa evidenza suggerisce un effetto sullo sviluppo della carie.

Qualsiasi prodotto alimentare che contribuisce alla crescita della placca dentaria ha il potere di causare un'infiammazione associata con la malattia paradontale che deriva dalla crescita di batteri nel biofilm del dente (placca). Uno degli zuccheri maggiormente responsabili dell'aumento della produzione di placca da parte dei batteri Streptococcus mutans e Strptococcus sobrinus è il saccarosio. La degradazione di cibi che contengono saccarosio e glucosio media la crescita della matrice che causa la placca. La presenza a lungo termine di placca dà inizio a una risposta infiammatoria gengivale che contribuisce alle sacche parodontali, con conseguente inoculazione dello spazio da parte di batteri anaerobi e perdita di osso alveolare.

Una cattiva dieta può anche essere associata con lo sviluppo di una malattia paradontale indipendentemente dal consumo di zucchero. Una dieta inadeguata modifica l'ecologia microbica orale attraverso vari meccanismi, inclusa l'alterazione delle proprietà antibatteriche e chimiche della saliva. Questo consente alla malattia paradontale di progredire più rapidamente di quanto avverrebbe altrimenti. Le differenze di genere possono anche interagire con la dieta, contribuendo alla progressione della malattia paradontale

La carenza antiossidante è anche stata postulata come una causa della malattia paradontale. Tuttavia, una significativa associazione fra bassi livelli di antiossidanti come la vitamina C, il beta-carotene e l'alfa-tocoferolo (vitamina E9) e la malattia paradontale non è stata sufficientemente stabilita per sostenere la loro prescrizione come preventiva. Il consumo dietetico di acido folico e il suo effetto sulla malattia paradontale correlata con il sanguinamento gengivale è stato investigato di recente, e l'evidenza suggerisce che questa carenza può essere associata con questa specifica variabile. Tuttavia, un rapporto significativo non è stato riscontrato tra l'indice di malattia paradontale, un più generale marker della malattia, e i livelli di acido folico.

Una recente analisi per le esposizioni nutrizionali nell'eziologia della periodontite suggerisce che, in alcuni casi, livelli inadeguati di vitamina D e calcio possono contribuire alla malattia paradontale, il consumo nutrizionale giornaliero dovrebbe includere antiossidanti, vitamina D e calcio sotto forma di verdure, frutti di bosco e frutta o tramite integratori fitonutrienti. Come nel caso degli antiossidanti, gli autori dichiarano che l'attuale evidenza è insufficiente per sostenere una raccomandazione riguardo gli integratori vitaminici mono-antiossidanti.

In almeno uno studio è stato anche recentemente mostrato che la carenza nella dieta di magnesio altera il metabolismo dell'osso e la stabilità intorno agli impianti osseo-integrati.

In un altro studio, una combinazione di micronutrienti (Orthomol Vital m/f) presio per tre mesi ha leggermente migliorato la salute gengivale fra individui esposti ad alto stress come confrontato nei controlli. Questo studio pilota fornisce evidenza limitata per l'associazione fra micronutrienti dietetici e malattia peridontale. Tuttavia, come suggeriscono gli autori, sono necessari studi che coinvolgano un più ampio numero di soggetti prima di poter trarre conclusioni finali in appoggio all'uso di integratori di micronutrienti nella gestione dietetica della malattia peridontale.

L'effetto di una bevanda probiotica al latte sull'espressione dei fattori clinici infiammatori espressi dal tessuto orale gengivale durante diverse fasi della gengivite indotta dalla placca è stato recentemente valutato in uno studio di 28 adulti con gengive sane. I soggetti sono stati divisi in due gruppi – 14 a cui è stato dato latte probiotico e 14 controlli. Dopo 28 giorni, un consumo quotidiano di latte probiotico è stato riscontrato ridurre i marker della malattia peridontale, incluso il livello di fluido gengivale crevicolare e il volume e sanguinamento in sondaggio.

Una dieta grassa può anche influire sullo stato paradontale. L'iperlipidemia, un eccessiva quantità di lipidi (colesterolo totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL, trigliceridi) nel sangue è stata associata con aumentato sanguinamento gengivale in sondaggio, sondando la profondità della tasca, il livello di attaccamento clinico e i livelli di siero delle citochine proinfiammatorie. Questi dati suggeriscono una potenziale associazione fra consumo di lipidi e malattia paradontale.

L'acido dietetico docosaesaenoico (DHAut) è un acido grasso omega 3 trovato in pesce oceanico di acqua fredda o in un prodotto manifatturato da microalghe. Basso consumo di DHA è stato significativamente associato con un aumentato numero di eventi di malattia paradontale in uno studio riportato da Iwasaki e altri (2010). in un altro studio, l'integrazione con acidi grassi polisaturati come gli omega 3 è sembrata migliorare e potenzialmente prevenire la peridontite.

I risultati di questo studio suggeriscono un altro possibile intervento dietetico che potrebbe essere fornito come parte di una gestione d'insieme della malattia paradontale. E' necessaria una ricerca aggiuntiva per confermare questi riscontri preliminari.

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11 gennaio 2015

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