Mangiare peperoncino abassa il rischio di morte
Il consumo regolare di peperoncino piccante è stato associato ad un minore rischio di morte a causa di una malattia cardiovascolare (CVD), o per qualsiasi altra causa, in un ampio studio effettuato sulla popolazione italiana, indipendentemente dai fattori di rischio CVD o aderenza ad una dieta di stile mediterraneo.
La Dott.ssa Marialaura Bonaccio, dell'Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, Pozzilli, Italia, ha cosi’ dichiarato a theheart.org Medscape Cardiology: "L’evidenza epidemiologica sui benefici del peperoncino sulla salute sono scarse, basate principalmente sul folklore popolare; finora abbiamo avuto a disposizione soltanto due studi prospettici"
Il nuovo studio, ha dichiarato, rappresenta "la prima volta che il consumo di peperoncino è stato ampiamente analizzato all'interno di una popolazione mediterranea. Abbiamo scoperto che il peperoncino è benefico, indipendentemente dalla dieta mediterranea."
Lo studio è stato pubblicato online il 16 dicembre nel Journal of the American College of Cardiology.
Lo Studio Moli-sani
L'analisi longitudinale ha incluso 22.811 uomini e donne iscritti allo studio Moli-sani dal 2005 al 2010. Utilizzando il questionario europeo sulla frequenza degli alimenti contro il cancro (EPIC), il consumo di peperoncino è stato classificato come: nullo/raro, fino a due volte alla settimana, da due a quattro volte alla settimana e più di quattro volte alla settimana.
Durante un follow-up medio di 8,2 anni, 1236 persone sono morte, tra cui 444 da CVD, 258 da malattia ischemica cardiaca/malattia cerebrovascolare, 482 da cancro, e 310 da altre cause.
Nel modello completamente adattato, confrontato con le persone che, raramente o mai, hanno mangiato peperoncino, i loro coetanei che hanno mangiato peperoncino più di quattro volte alla settimana hanno avuto un 23% rischio più basso di mortalità per una qualsiasi causa (rapporto di rischio [HR], 0.77; intervallo di affidabilita’ del 95% [CI], 0.66 - 0.90) e un rischio di mortalità per malattie cardiovascolari inferiore del 34% (HR, 0,66; 95% IC, 0,50 – 0,86), sebbene non sia stata trovata alcuna riduzione del rischio di morte per cancro.
Il consumo regolare di peperoncino è stato anche inversamente associato alla morte per malattia ischemica cardiaca (HR, 0,56; 95% CI, 0,35 - 0,87) e malattia cerebrovascolare (HR, 0,39; 95% CI, 0,2 - 0,75)rispetto al consumo basso o pari a zero.
La protezione dal rischio di mortalità e’ stata "indipendente dal tipo di dieta seguita dalle persone. In altre parole, qualcuno può seguire la sana dieta mediterranea, qualcun altro può mangiare meno sano, ma per tutti il peperoncino ha un effetto protettivo" ha spiegato la Dott.ssa Bonaccio.
L'apparente effetto protettivo causato dall’assunzione di peperoncino è sembrato essere più forte nelle persone senza ipertensione (P per interazione = .021).
Cavilli e Limitazioni
Il meccanismo(i) esatto tra i benefici apparenti sulla salute, del peperoncino rimangono da chiarire, ha spiegato la Dott.ssa Bonaccio.
"Abbiamo testato diversi meccanismi che forse rappresentano l’associazione tra l’assunzione di peperoncino ed i suoi effetti sulla salute; tuttavia, i biomarcatori stabiliti (come l'infiammazione, la pressione sanguigna, ecc) non si sono rivelati sul percorso.
Sono necessari ulteriori studi per capire i meccanismi attraverso i quali il peperoncino (e la sua componente principale, capsaicina) siano in grado di fornire vantaggi per la salute", ha spiegato la Dott.ssa Bonaccio.
La Dott.ssa ha inoltre osservato che le informazioni raccolte nello studio non consentono di distinguere tra il tipo o il "grado di piccantezza" del peperoncino consumato e la riduzione del rischio. A causa della natura dello studio, basata prettamente sull’osservazione, non può essere completamente escluso, che la causalità può essere solo suggerita e più o meno contraddittoria a causa di smisurati fattori, osservano i ricercatori.
Nonostante i limiti dello studio, i ricercatori affermano che i loro risultati sono in linea con i principali risultati di due studi precedenti di coorti non mediterranee.
Un ampio studio effettuato in Cina ha scoperto che il consumo regolare di cibo piccante ha abbassato il rischio di mortalità totale del 14% e ischemica morte malattia cardiaca del 22%.
E i recenti dati del “National Health and Nutrition Examination Survey “hanno rilevato che il consumo di peperoncino rosso piccante è stato associato ad una riduzione del 13% del rischio di mortalità totale.
J. David Spence, professore di neurologia e farmacologia clinica e direttore del Centro di ricerca sulla prevenzione dell'ictus e dell'arteriosclerosi di London, Ontario, Canada, interviene sui risultati in un editoriale: "Dovremmo tutti iniziare a prendere compresse di capsaicina e cospargere il cibo con salsa piccante? La storia degli integratori alimentari suggerisce che dovremmo aspettare per prove randomizzate. Quello che sembra essere più vantaggioso è il modello di dieta, piuttosto che qualsiasi cibo. La dieta mediterranea, ricca di cereali integrali, frutta, verdura e legumi, è ricca di fitochimici benefici. Poiché si tratta di una dieta prevalentemente vegetariana, la dieta mediterranea è anche bassa di colesterolo e grassi saturi. Per questo motivo , adottando la dieta mediterranea sarebbe molto più probabile ridurre il rischio cardiovascolare che l'aggiunta di salsa Tabasco alla malsana dieta americana".
Lo studio è stato sovvenzionato da fondi del Ministero della Salute italiana, dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e di BiomarCaRE (Biomarkers for Cardiovascular Risk Assessment in Europe).
JAm Coll Cardiol.2019;74:3139-3149.Abstract, Editorial
Per saperne di piu’ consultare, theheart.org | Medscape Cardiology
20 febbraio 2020