Mai più circoncisioni illegali
Mai più un'estate di sangue e bambini violati. Dopo il caso dei due piccoli di pochi mesi morti tra giugno e luglio a Treviso e Bari in seguito a circoncisioni rituali eseguite illegalmente - e il piccolo di Pordenone salvato in extremis a fine agosto - il ministero del Welfare e i pediatri italiani di libera scelta hanno deciso di dire basta.
Mettendo nero su bianco, con un protocollo d'intesa siglato ieri a Roma nella sede dell'ex ministero della Salute, i punti chiave di un nuovo network per la protezione dei bambini da questo rischio emergente.
Secondo le stime, sarebbero 100-150 mila i minori di fede musulmana in Italia circoncisi o a rischio. "Si tratta di un fenomeno drammatico in aumento - ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, firmataria del protocollo insieme al presidente della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) Giuseppe Mele - come testimoniano i fatti gravissimi avvenuti questa estate". La parola d'ordine della nuova rete contro le circoncisioni clandestine nella penisola è una: informazione.
Saranno infatti distribuite delle brochure 'ad hoc' in tutto il Paese, dalle strutture sanitarie pediatriche agli ambulatori dei pediatri di libera scelta, per informare anche in diverse lingue le famiglie degli immigrati sui rischi di pratiche illegali.
Inoltre i 'dottori dei bambini' si impegnano a individuare fra i loro assistiti le famiglie di bimbi a rischio, contattandole e sconsigliando il ricorso a canali 'irregolari'. In caso di espressa volontà dei genitori di procedere all'intervento, i pediatri indirizzeranno la famiglia verso il centro di riferimento più vicino, favorendo al massimo l'accessibilità delle strutture sanitarie.
"Veder morire a pochissimi mesi dei bimbi nel nostro Paese deve sollevare le coscienze e spingerci a trovare il modo di far fronte a questioni importanti, legate all'ondata migratoria che ha investito l'Italia - sottolinea la Martini - Penso al gravissimo fenomeno dell'infibulazione femminile, pratica illegale in Italia e che distrugge l'integrità delle bambine, attraverso interventi barbari che minano o alterano la possibilità di vivere la sessualità e che creano gravi problemi di salute.
Ma anche alla circoncisione rituale maschile, differente da quella dovuta a motivi medici, ma ammessa nel nostro Paese. Deve però essere sempre praticata da un medico e in una struttura adeguata, per garantire l'analgesia e un'adeguata asepsi del piccolo paziente. In modo da evitare complicanze invalidanti e conseguenze drammatiche, che mettano in pericolo la salute o la vita del bambino".
Pagina pubblicata il 18 settembre 2008