Testamento: dichiarazione d'intenti Bonino
Un sì, purché sia senza compromessi, alla proposta di legge sul testamento biologico firmata da Ignazio Marino (Pd) e depositata in commissione Igiene e sanità del Senato
Questa la posizione di Emma Bonino, vicepresidente di palazzo Madama, e della delegazione dei Radicali confluita nel Partito democratico. L'occasione è l'assemblea dei gruppi parlamentari sul testamento biologico, convocata per ieri. La dichiarazioni di intenti della storica esponente radicale è indirizzata al capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro.
"Come delegazione Radicale nel gruppo del Pd - scrive Bonino - noi siamo con decisione a favore di una regolamentazione dell'eutanasia, per battere il flagello di quella clandestina e della 'morte all'italiana' praticata illegalmente tra immense sofferenze negli ospedali e ai capezzali in tutta la penisola.
Ritengo che sia proprio questa realtà sociale, per quanto negata - prosegue - a far sì che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani, cattolici inclusi, secondo ogni sondaggio fatto negli ultimi anni stiano dalla parte di Piero Welby e Giovanni Nuvoli prima, come di Paolo Ravasin e di Eluana e Beppino Englaro ora".
Quindi il vicepresidente del Senato ricorda che "in questa direzione abbiamo presentato una proposta di legge che chiederemo sia messa in votazione in conclusione del dibattito nell'assemblea, perché confidiamo che una votazione ci sarà, come richiesto formalmente ed esplicitamente da tanti colleghi democratici".
Bonino però non nasconde dubbi sull'esito della proposta dei Radicali, quindi aggiunge: "Se la nostra proposta per la legalizzazione dell'eutanasia non sarà raccolta dai gruppi del Pd, sono e siamo comunque mobilitati affinché il nostro Paese finalmente ottenga quantomeno ciò che già è una realtà concreta in gran parte d'Europa.
Abbiamo firmato la proposta di legge presentata da Ignazio Marino - nonostante non ponga con la necessaria radicalità la questione della libertà e responsabilità personale nelle scelte di fine vita - proprio perché corrisponde all'esigenza minima di garantire il rispetto dell'articolo 32 della Costituzione, che prevede che nessuno possa essere sottoposto a un trattamento medico contro le sue volontà, anche per le persone che non sono più in grado di intendere e di volere".
Pagina pubblicata il 15 gennaio 2009