Testamento biologico, lo Stato deve formulare legge
Ad affermarlo è Ignazio Marino (Ulivo), presidente della Commissione Sanità del Senato. "I principi contenuti nella legge che auspico sul testamento biologico, non si discostano in alcun modo da quelli contenuti nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Come la Chiesa ha ritenuto importante dare indicazioni vincolanti per le coscienze dei fedeli su una tematica tanto delicata, allo stesso modo lo Stato deve poter formulare una legge che dia indicazioni precise ai cittadini. E che tuteli tutti i pazienti dal rischio dell'accanimento terapeutico".
Queste le parole di Ignazio Marino (Ulivo), presidente della Commissione Sanità del Senato, e primo firmatario di un Ddl sul testamento biologico, dopo il pronunciamento della Cei (Conferenza episcopale italiana), che non ritiene necessaria una legge sul testamento biologico.
"Il Catechismo firmato dall'allora cardinale Ratzinger - ribadisce Marino - dice infatti che 'l'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima'.
In tal caso si ha la rinuncia all'accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire". Questi principi, dunque "sono ben presenti - prosegue - all'interno della Chiesa. Essi però non hanno ancora trovato la loro formulazione nell'ordinamento legislativo italiano. Per questo il lavoro che la Commissione sanità del Senato sta portando avanti dalla scorsa legislatura, continuerà con il dialogo, il rigore e la serietà che l'ha caratterizzato fino a ora".
Pagina pubblicata il 23 maggio 2007