Arma italiana contro neuroblastoma e cancro al seno

Lo scopritore 28enne: vado all'estero, mi hanno offerto uno stipendio triplo. Inatteso salto in avanti nelle prospettive di cura del cancro al seno e del neuroblastoma, il più diffuso tumore dell'infanzia.

Alcuni scienziati italiani, in collaborazione con colleghi australiani, hanno infatti individuato una famiglia di farmaci in grado di ripristinare il regolare sviluppo delle cellule malate e di bloccare così il progredire dei due tipi di neoplasie.

Un risultato che avvalora la ricerca italiana, ma che nello stesso tempo ne evidenzia uno dei maggiori punti di deboli: uno dei ricercatori che ha individuato questa nuova famiglia di molecole lascerà  presto il Belpaese per continuare i suoi studi in Svizzera.

A Losanna, infatti, gli è stato offerto uno stipendio triplo rispetto a quello, senza dubbio modico, che percepiva in Italia.

Per quanto riguarda la ricerca del team italo-australiano, nel caso del neuroblastoma, che colpisce bambini nei primissimi anni di vita e raramente lascia scampo, si tratta della prima volta che vengono individuati farmaci efficaci. Alla base del successo dei ricercatori la scoperta del meccanismo, finora misterioso, con cui i tumori bloccano la maturazione e inducono la proliferazione incontrollata delle cellule colpite.

Il sorprendente risultato, frutto del gioco di squadra tra i biologi dell'Università  di Bologna e i medici del Sydney Children's Hospital, ha guadagnato le pagine della rivista Pnas.

Il neuroblastoma è un cancro che colpisce il sistema nervoso periferico, vale a dire la rete delle diramazioni nervose del nostro corpo. "E' un tumore ad alto tasso di mortalità  - spiega Giovanni Perini, genetista dell'Università  di Bologna, in una nota dell'ateneo - anche perché difficile da diagnosticare in tempo.

Prima della nostra ricerca, sapevamo che era associato ad un'alta concentrazione di una proteina, la N-myc, che spinge le cellule nervose (neuroni) malate a proliferare eccessivamente.

Nessuno però era ancora stato in grado di spiegare come facesse a bloccare pure la maturazione delle cellule colpite.

Quello che abbiamo scoperto è che lo sviluppo dei neuroni, in realtà , è interrotto da un'altra proteina, la Hdac1, che entra in gioco come complice di N-myc.

Questo è un processo che si osserva, in modo identico, anche nel cancro al seno e noi siamo riusciti a spiegarlo passo per passo".

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Pagina pubblicata il 14 dicembre 2007

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