Vaticano: la pillola anticoncezionale rende sterili, inquina e fa abortire
La contraccezione, vietata da Paolo VI nel 1968, torna ad essere attaccata. L'Osservatore romano sulla pillola: è come l'aborto, gli ormoni dispersi causano effetti devastanti.
Abbiamo intervistato la Dott.ssa Elisabetta Canitano, ginecologa e presidente dell'Associazione Vita di Donna.
Gentile dottoressa, stamattina i giornali riportano la notizia della condanna della Chiesa nei confronti della pillola contraccettiva perché, in realtà, sarebbe un aborto ripetuto. Cosa ci vuol dire in proposito?
"Purtroppo è un ennesimo capitolo della falsa informazione fatta da settori della Chiesa Cattolica per non consentire alle persone di scegliere liberamente. Da anni, in siti internet, e in pubblicazioni che vengono distribuite nelle Parrocchie, viene effettuata una campagna tesa a screditare qualunque tipo di contraccezione.
Le donne e gli uomini che frequentano la Chiesa sono esposti a un gran numero di informazioni manipolate, che vengono poi riportate dalla stampa, per indurre comportamenti che non facciano riferimenti alla scienza ma al "sentito dire" o al "tutti lo dicono".
Questo ha delle conseguenze, secondo lei?
"Certo, l'Italia è da sempre il fanalino di coda dell'Europa per quello che riguarda la contraccezione. Dall'approvazione della Legge 194/78, pur riducendosi ogni anno il numero di interventi di interruzione di gravidanza, si effettuano ancora 80.000 interventi l'anno su donne italiane. Molte di queste, per ovvi motivi statistici, sono cattoliche. Il numero degli aborti avvenuti dal 1978 ad oggi, è troppo alto per essere raggiunto solo da donne non cattoliche".
Al di là dell'ovvio dato statistico, le è capitato di dover prescrivere la pillola o praticare un'interruzione di gravidanza ad una donna cattolica?
"Certo, non è insolito che una donna si dichiari moralmente contraria alla prestazione che chiede. Molte manifestano apertamente il proprio dissenso, ma si tratta di un tentativo inconscio di scaricare altrove la responsabilità morale di una decisione condannata dalla loro fede".
Quindi fanno in modo che la decisione di ricorrere ad una prestazione non ammessa dalla Chiesa, sia di un altro. Lei come affronta questa ambivalenza?
"Il dovere di un medico è quello di prendersi cura della persona che gli chiede aiuto. E questo vuol dire considerare le condizioni della paziente nella sua complessità. Come si può curare l'obesità di una persona se non si modifica anche il suo stile di vita? Se non gli si passano le corrette informazioni per una sana alimentazione? La dieta non può certo bastare...
Una donna che chiede un'interruzione di gravidanza dichiarandosi, al tempo stesso, cattolica e contraria all'aborto, manifesta uno stato di disagio che il medico deve tenere in considerazione. Sarebbe troppo facile e privo di compassione rispondere alla donna: torni quando ha ottenuto la dispensa del vescovo".
E invece?
"Invece è necessario intervenire sulla causa, quella vera... l'ignoranza. E? importante fare informazione, quella vera... quella scientifica. Molte delle donne che vediamo ogni giorno non usano una contraccezione sicura perché sono state spaventate sui rischi fisici, o perché ritengono immorale ricorre a sistemi sicuri vietati dalla Chiesa, o perché definite "troppo giovani". L'unica categoria in crescita, nella richiesta di aborto, è quella delle adolescenti e spesso è proprio la madre che scoraggia l'uso della pillola, pur sapendo che la ragazza ha rapporti, limitandosi a un generico "state attenti".
La Chiesa inoltre insegna i metodi naturali, causa di molte gravidanze indesiderate, senza far uso di medici. In questo modo le informazioni che vengono date non sono impugnabili, e non possono essere contestate secondo il metodo epidemiologico e scientifico. Non viene detto che i cosiddetti metodi naturali hanno un rischio di gravidanza indesiderata che va tra l'8 e il 15%, quello dell'Ogino-Knaus varia addirittura tra il 26 e il 40%. Mentre il rischio per la pillola anticoncezionale è tra lo 0,2 e lo 0,8%. Questi sono dati (1) disponibili a tutti, ma taciuti.
D'altra parte, dai tempi di Galileo Galilei il rapporto fra la Chiesa e la scienza non è mai stato buono".
Secondo lei c'è un motivo per questo?
"I comportamenti liberi, e in generale le scelte, insegnano alle persone a pensare, a riflettere, a valutare con oggettività le varie informazioni in base alle fonti che ce le danno. Questo è ovviamente un problema per chi vuole che la gente ubbidisca senza rendersi conto che lo sta facendo. Vi sono delle vere e proprie tecniche di comunicazione per indurre il sospetto della gente nei confronti delle scoperte scientifiche.
Se per esempio guardiamo all'informazione sulla Ru486, la vera pillola abortiva, vediamo che molta della stampa ha dato rilievo alle sofferenze della donna che sarebbe abbandonata alla solitudine e al dolore, fingendo che sia un'informazione neutrale. Nulla sul fatto che, per esempio, in Francia un terzo delle donne ogni anno utilizza l'aborto chimico, ma soprattutto non una parola è stata spesa sul diritto alla scelta. Mi sembra che sia un diritto della donna decidere come, dove, e con chi abortire. Siamo sicuri che l'ambiente sanitario sia quello migliore per il suo stato d'animo?"
La comune pillola anticoncezionale, è abortiva o no?
"Assolutamente no, questa è solo una leggenda da basso medioevo".
Ma l'ha scritto Castellvì, Presidente dell'Associazione internazionale dei medici cattolici...
"Guardi... il meccanismo di azione della pillola anticoncezionale è quello d'impedire l'ovulazione, quindi non c'è ovulo da fecondare. Senza fecondazione dell'ovulo, non c'è gravidanza. Nella letteratura scientifica non ci sono casi di donne rimaste incinta senza che il proprio ovulo sia stato fecondato".
E sugli effetti ambientali?
"Giambenedetto Melis ha già spiegato che gli ormoni della pillola vengono "smontati" dal fegato e quindi non vi è traccia di sostanze attive nelle urine. Che la diffusione degli ormoni nell'ambiente possa procurare infertilità maschile può anche corrispondere alla verità. Ma questo riguarda gli ormoni che vengono inseriti nel mangime utilizzato dagli allevamenti o usati come fertilizzanti in agricoltura. E' così che ce li ritroviamo nel piatto, non certo perché le donne prendono la pillola. Non diciamo sciocchezze..
L'accusa deve inoltre essere rimandata anche agli "xenoestrogeni" che sono sostanze chimiche con caratteristiche simili a quelle degli estrogeni, come i parabeni delle creme di bellezza e le sostanze plastiche, che vanno in soluzione quando le bottiglie di acqua minerale vengono esposte a temperature alte. Questa è scienza".
Mauro David
(1) SSN Regione Emilia Romagna
Per approfondire:
La pillola anticoncezionale. Istruzioni
Pillola anticoncezionale e controlli medici
Pillola anticoncezionale e rischi, a chi fa bene e a chi fa male?
Pillola anticoncezionale: interazione con i farmaci
Sospendere la pillola anticoncezionale serve?
Pillola anticoncezionale, fa male?
Pagina pubblicata il 04 gennaio 2009