Genitori ossessionati da figlio perfetto
Un figlio a tutti i costi, oppure perfetto al 100%. Ci sono madri e padri italiani con l'ossessione della perfezione, "che scelgono l'aborto dopo aver scoperto che il bambino nascerà con una malformazione a un arto, come la mancanza di un dito o una mano.
E altri che decidono di mettere al mondo un bambino nonostante le gravissime malformazioni che lo faranno vivere in sofferenza".
A descrivere le realtà contrastanti che si vivono ogni giorno all'interno degli studi dei ginecologi che si occupano di diagnosi prenatale è Claudio Giorlandino, presidente della Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale (Sidip).L'esperto ha parlato a margine del Convegno della Sidip, che si è svolto venerdì e sabato a Roma, a Villa Spada.
"Il nostro compito è solo quello di informare sui risultati di una diagnosi prenatale - spiega Giorlandino - senza in alcun modo interferire sulle decisioni della coppia che aspetta un figlio con una malformazione più o meno grave.
Ciò che notiamo però", dice il ginecologo, è una tendenza all'egoismo "da parte di donne e uomini che si preoccupano più per loro che del bambino, sia che decidano di tenerlo o di abortire". In Italia una donna su tre in stato interessante decide di sottoporsi a test di diagnosi prenatale invasiva per verificare eventuali anomalie nel feto. Fanno questa scelta sempre più donne giovani, alla soglia dei 30 anni.
"La prima preoccupazione di molti genitori è verificare che il figlio non abbia la sindrome di Down - aggiunge Giorlandino - questo dimostra come ci sia poca conoscenza da parte delle persone su cosa significa fare diagnosi prenatale.
Oggi, grazie allo studio del Dna, possiamo indagare su migliaia di malattie genetiche e la sindrome di Down non è certamente la più grave. Già da ora è di routine cercare anche la presenza di fibrosi cistica, ritardo mentale, distrofie muscolari e sordità congenita ereditaria".
"La reazione dei genitori alla notizia del feto malformato dipende dal substrato culturale e soprattutto da scelte, qualche volta egoistiche, dei genitori - rileva il presidente della Sidip - ho visto padri e madri, magari con già dei figli, decidere di interrompere una gravidanza per malformazioni anche molto lievi".
I primi 70 giorni dopo il concepimento "sono particolarmente delicati - aggiunge l'esperto - E' proprio durante questo periodo che si possono determinare malformazioni. Nei mesi successivi - conclude - possono generarsi malattie che comunque la diagnosi prenatale è in grado di identificare".
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Pagina pubblicata il 17 maggio 2009