Cinque regioni si alleano per la Ricerca
La ricerca italiana sarà più competitiva in Europa.
E le Regioni italiane saranno più attrezzate per partecipare alla gara europea per conquistare i fondi destinati al settore, a cominciare dagli oltre 50 miliardi che costituiscono la posta in gioco complessiva del VII Programma quadro per la ricerca.
E' una delle conseguenze dell'accordo di collaborazione firmato oggi a Roma da cinque Regioni: Campania, Lazio, Marche, Toscana e Umbria.
L'accordo, promosso dalla Regione Toscana, consente, attraverso un più stretto coordinamento fra le diverse realtà regionali, di fare massa critica e risultare così più capaci di accedere ai fondi messi a disposizione dal VII Programma quadro europeo in materia di ricerca e innovazione.
"Investire nella ricerca - ha spiegato l'assessore all'Università e ricerca della Regione Toscana, Eugenio Baronti, illustrando le finalità del protocollo d'intesa - vuol dire investire nel futuro. La ricerca è strategica, soprattutto in questa fase di crisi economica, ed è fondamentale per sostenere l'innovazione e puntare ad una riconversione del modello produttivo, in direzione di uno sviluppo più sostenibile.
Si tratta - ha aggiunto - di una forma di coordinamento molto operativa, che non crea carrozzoni o tavoli inutili ma che servirà a far crescere una più matura cultura progettuale, anche grazie allo scambio di esperienze e pratiche virtuose.
L'accordo non è blindato - ha precisato l'assessore - ma, al contrario, è aperto ad ulteriori adesioni. L'auspicio è infatti quello che da questo primo nucleo possa allargarsi molto presto ad altre Regioni". Sul piatto ci sono oltre 50 miliardi di euro per il periodo 2007-2013.
Una posta decisamente appetibile, che però non è affatto facile da conquistare, non solo per la spietata concorrenza ma anche a causa di una diffusa sottovalutazione dei criteri di verifica e delle complesse modalità procedurali previste per la formulazione delle proposte.
Si tratta infatti di progetti complessi, che richiedono partenariati forti e coinvolgono necessariamente più soggetti, pubblici e privati.
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Pagina pubblicata il 12 gennaio 2010