Danneggiati da trasfusioni e farmaci in piazza
In piazza emofilici, talassemici, vaccinati e persone vittime di danni da trasfusione o provocati da farmaci salvavita prodotti con sangue infetto.
Ieri, per molte ore, hanno manifestato davanti alla sede del ministero della Salute a lungotevere Ripa, a Roma, per protestare contro i ritardi nell'erogazione dei risarcimenti dovuti dallo Stato.
In Italia, solo tra gli emofilici, sono stati circa 550 i contagiati dal virus dell'Hiv, di cui la metà è già deceduta, e più di 1.500 dall'epatite.
"Una vera e propria strage di Stato - dicono i rappresentanti della Federazione delle associazioni emofilici (FedEmo), che hanno organizzato il sit-in di ieri mattina - basti pensare che, facendo un paragone, è come se tutta la Camera dei deputati fosse stata infettata dall'Hiv e tutto il Senato fosse morto a causa di questa infezione".
I familiari e una rappresentanza di malati si sono raggruppati davanti al dicastero con in mano alcuni girasoli, in ricordo dei compagni morti, e cartelli con cui si sollecita il Governo a prendere provvedimenti per risarcire questi danni.
"Lo Stato italiano - ricorda Beppe Castellano, portavoce della FedEmo - ha detto un primo sì nel 2003, concedendo assegni di indennizzo solo a 700 pazienti che avevano fatto causa. Sono rimasti fuori, dunque, migliaia di malati che ora sono in attesa del nuovo provvedimento all'esame dei ministeri del Welfare e dell'Economia, in cui però si prevede l'esclusione dal risarcimento di quei pazienti a cui non è stato riconosciuto il nesso causale nei termini di legge. In pratica rimarrebbe fuori il 70% dei pazienti".
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Pagina pubblicata il 03 giugno 2009