Aborto, appello delle associazioni ai presidenti di Regione: fate come Zingaretti
Rivoluzione importante dopo il decreto della Regione Lazio che vieta l'obiezione di coscienza nel Consultori. "I presidenti delle altre Regioni seguano l'esempio coraggioso di Zingaretti". La petizione lanciata dalle associazioni Laiga e Vita di Donna.
Sull'obiezione di coscienza la Regione Lazio finalmente fissa i paletti per limitarne gli effetti dovuti ad un uso esasperato. Almeno, per ora, nei Consultori familiari.
L'obiezione di coscienza in molte Regioni ha raggiunto percentuali scandalose, tanto da mettere a rischio l'applicazione della legge 194/78. Il Lazio detiene il primato con il 91,3%. Seguono altre Regioni come la Puglia (89%), il Molise (85,7%), la Basilicata (85,2%), la Campania (83,9%), l'Alto Adige (81,3%), la Sicilia (80,6%).
Il decreto firmato da Zingaretti interrompe la politica anti-194 iniziata con la giunta Storace, proseguita poi con quella della Polverini , basti pensare ai problemi creati da quest'ultima per l'adozione della pillola Ru486.
"E' un segnale che aspettavamo da tempo", commenta Silvana Agatone, presidente dell'Associazione Laiga. "In merito all'applicazione della legge 194 e alla situazione dell'obiezione di coscienza, l'Italia ha ricevuto una condanna dall'Europa – spiega Agatone – con un pronunciamento del Comitato europeo dei diritti sociali che ha riconosciuto una violazione dell'art. 11 della Carta sociale".
In sintesi, secondo l'Europa, l'Italia non rispetta la scelta delle donne di interrompere la gravidanza garantendo alle stesse "il diritto alla procreazione cosciente e responsabile", come citato nella Legge 194.
"Un risultato raggiunto – spiega Agatone – grazie ad un reclamo presentato dalla International Planned Parenthood Federation European Network, un'organizzazione non governativa con la quale la Laiga ha collaborato con il contributo importante di Maria Elisa D'Amico, professore ordinario di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano".
Secondo il Decreto, nei Consultori della Regione Lazio i medici obiettori dovranno parlare con la donna che ha deciso di interrompere la gravidanza. Sono inoltre tenuti a rilasciare la prevista documentazione che le consenta di ottenere la prestazione in una delle strutture autorizzate.
"E' un provvedimento coraggioso ed importante – spiega Lisa Canitano, presidente dell'associazione Vita di Donna – anche perché obbliga i medici obiettori alla prescrizione della contraccezione di emergenza, di quella routinaria, e all'inserimento della spirale. Strumenti importantissimi per evitare il ricorso all'aborto".
"Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha compiuto un atto politico coraggioso e rispettoso della libertà di scelta e della salute delle donne", si legge nel testo della petizione.
"Per questo motivo – spiegano le esponenti delle due associazioni – quello di Zingaretti è un esempio che ci auguriamo che tutti i Governatori delle Regioni Italiane seguano.
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25 giugno 2014