Lo svezzamento: quando lasciare la poppa
Il concetto ritenuto oggi più valido è quello di operare un divezzamento complementare e non supplementare - sostitutivo.
In altre parole il latte materno o quello adattato rimane l'alimento fondamentale anche durante il divezzamento ed i cibi solidi rappresentano una sua integrazione e non una sostituzione.
Durante lo svezzamento i cibi solidi integrativi introdotti non dovrebbero arrivare a rappresentare più del 50% del fabbisogno calorico.
Il latte (sia quello al seno che quello artificiale adattato) dovrebbe continuare ad essere assunto ogni giorno in dosi attorno al mezzo litro.
Il seno materno produce latte qualitativamente valido molto a lungo, non ci si deve quindi preoccupare che dopo i sei mesi dal seno esca latte inadeguato,"divenuto acqua" come si usa erroneamente dire.
E' però vero che il bambino avvicinandosi al compimento dell'anno sviluppa modalità di alimentazione e bisogni di autonomia e sperimentazione che possono trovare ostacolo nel prolungamento dell'allattamento al seno.
E' probabile che in epoche storiche passate, caratterizzate da ritmi di organizzazione sociale ben diversi, prolungare l'abitudine alla poppa oltre l'anno di vita, assumesse comunque significati positivi e protettivi.
Nel tipo di vita sociale di oggi si avverte il rischio che questo prolungamento dell'allattamento possa contribuire ad intralciare la crescita in autonomia del bambino e il necessario evolversi del ruolo di genitori.
Alcuni criteri per il svezzamento
Le tappe del divezzamento sono spesso diverse da un bambino all'altro e diverse le strade percorribili.
Col divezzamento le possibilità di scelta del bambino aumentano e le sue preferenze restano sempre un criterio guida valido, come durante l'allattamento.
Gli alimenti sono tanti: cibi di diverso odore e sapore o preparati diversamente sono in grado di fornire gli stessi principi nutritivi. Non è quindi giustificata l'insistenza nell'imporre un determinato cibo che il bambino rifiuta.
L'inserimento di alimenti diversi deve essere graduale, sia nella quantità che nella variabilità.
E' preferibile fare cambiamenti alimentari quando il bambino è in buona salute ed è quindi nelle condizioni migliori per adattarsi alle novità.
Verso i sei-otto mesi il bambino comincia ad avere un discreto controllo delle proprie mani: mentre mangia è attratto dal cibo: toccarlo e manipolarlo fa parte del suo bisogno di rendersi meglio conto di che cosa si tratti e di cosa ci si può fare.
Sono esperienze da favorire e non ostacolare per paura che si sporchi o sciupi del cibo perché aiutano il bambino ad assumere un ruolo sempre più attivo ed autonomo.
Vedi: Ricette di base - Schemi di svezzamento - Ogm: come riconoscerli
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Pagina aggiornata il 28/6/2022