Travaglio e parto, fase dilatante
Fase dilatante del travaglio
E' il travaglio vero e proprio: essa serve a dilatare completamente il collo dell'utero grazie alle contrazioni e alla pressione esercitata dalla testa del bambino.
Questa fase ha inizio quando il collo dell'utero è completamente piatto: le contrazioni sono regolari per intensità, frequenza e durata, e la dilatazione del collo dell'utero è di almeno 4 cm. La durata del travaglio è variabile, può essere anche molto veloce. La durata media è 6-8 ore per una donna al primo parto e 3-5 ore per una donna che ha già avuto almeno un parto.
Fase espulsiva
E' il momento finale del travaglio che porta alla nascita del bambino. Inizia quando la dilatazione raggiunge il diametro sufficiente a permettere il passaggio del feto.
La progressiva discesa del feto nel canale del parto determina nella donna la sensazione di dover accompagnare le contrazioni con delle spinte, che permettono al bambino di venire alla luce e aiutano la mamma a far fronte al dolore.
Talvolta, durante la nascita del bambino, possono verificarsi delle lacerazioni spontanee del perineo più o meno estese che possono guarire da sole o essere suturate.
In altri casi può rendersi necessaria un'incisione chirurgica del perineo (episiotomia), in anestesia locale, per ampliare l'anello vulvare e facilitare la fuoriuscita del bambino.
Secondamento
E' la parte finale del parto: in questa fase avviene l'espulsione della placenta e delle membrane amniotiche, solitamente a breve distanza dal parto e comunque entro un'ora.
L'espulsione della placenta è favorita dall'ossitocina che aumenta nella circolazione materna quando il bambino viene attaccato al seno.
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